Giudiziaria

Porticciolo turistico di Licata, al via processo d’Appello

L'inchiesta ipotizza una serie di brogli sulla realizzazione del porto ma in primo grado ha subito un forte ridimensionamento

Pubblicato 4 anni fa

Si è aperto ieri mattina il processo di secondo grado, davanti i giudici della quarta sezione penale della Corte d’Appello di Palermo presieduta da Vittorio Anania, scaturito dall’inchiesta sul Porto “Marina Cala del Sole” di Licata. La Corte ha ammesso la produzione documentale prodotta dalla parte civile – l’associazione A Testa Alta – rinviando l’udienza al prossimo 19 maggio quando l’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore generale Caterina Bartolozzi, comincerà la requisitoria. 

L’indagine, coordinata dalla Procura di Agrigento, ipotizza una serie di brogli sulla realizzazione del complesso denominato “Porto turistico Marina Cala del sole” con centinaia di posti barca e altri servizi annessi fra i quali spiaggia privata, camere, parcheggi e area ristorazione. 

Inchiesta che in primo grado subì un pesante ridimensionamento con l’assoluzione di ben sei imputati su sette e la condanna del solo imprenditore Luigi Francesco Geraci, originario di Sommatino, a tre mesi per la realizzazione di opere abusive. Accuse ben diverse da quelle ipotizzate dalla Procuara agrigentina che, invece, sosteneva – ottenendo anche il sequestro preventivo dell’intero complesso – il mancato pagamento di ben 7 milioni di euro di oneri concessori da parte dell’imprenditore che sarebbe stato guidato dall’allora dirigente del comune di Licata, Vincenzo Ortega. Quest’ultimo, che aveva rinunciato anche alla prescrizione, fu assolto dalle accuse. Insieme a lui furono assolti anche altri due dirigenti Andrea Occhipinti, a capo del dipartimento finanziario,  Giuseppa Maria Pia Amato, 60 anni, responsabile del Suap (erano accusati di abuso d’ufficio), Salvatore Geraci (figlio dell’imprenditore), Paola Vizzini e Bartolo Consagra. Questi ultimi tre erano accusati di occupazione abusiva di suolo demaniale.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Michele Ambra, Eleonora Minio, Angelo Armenio, Nicolò Grillo, Girolamo Rubino e Antonino Gaziano. Nel procedimento si sono costituti parte civile il comune di Licata, rappresentato dall’avvocato Salvatore Pennica, e l’associazione “A Testa Alta” con l’avvocato Lillo Fumo. 

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