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L’avv. Porcello rivela: “Giancarlo Buggea comunicava con Provenzano ed il suo codice era 54 o 55”

Il boss canicattinese aveva anche un soprannome che era conosciuto solo dai mafiosi: Giulio

Pubblicato 3 anni fa

Anche Giancarlo Buggea, finito in carcere insieme alla (ex) compagna, l’avvocato Angela Porcello ed altre 20 persone nel contesto dell’operazione antimafia Xidy comunicava con Bernardo Provenzano ed aveva un numero identificativo (54 o 55) come tutti i boss di prima grandezza scovati decrittando i pizzini trovati nel casolare di Montagna dei cavalli.

Buggea aveva anche un soprannome: Giulio.

Lo rivela l’ex compagna Angela Porcello che da tempo, pur non essendo collaboratore di giustizia (e manco i giudici concedono tale status) ha deciso di rendere dichiarazioni all’autorità giudiziaria.

Tali dati sono assolutamente inediti e non appartenevano al bagaglio di conoscenze acquisite nel corso degli anni dai magistrati antimafia.

Ecco cosa racconta il 19 giugno scorso ai pubblici ministeri Claudio Camilleri, Gianluca De Leo e Francesca Dessì della Direzione distrettuale antimafia di Palermo l’avvocato Porcello:

Adr: ci sono degli altri episodi, perché  da  subito…dottore,  l’errore mio… mi può anche dire stupida, me lo  prendo  questo  sono stata…

Pm: non mi permetterei…

Porcello A.: non  è  per  cattiveria  che  l’ho  fatto… io  ho  dimenticato  un principio, un principio che io avevo applicato per il 416, è un reato, cioè fare parte di un’associazione mafiosa è un reato che non finisce, da cui non si esce, e da cui sì esce o per morti o perché posato e lo avevo studiato e  applicato, l’avevo fatto mio. Con Buggea non l’ho considerato questo fatto, io ero convinta che fosse un episodio isolato, un reato commesso che lo poteva più non commettere, cambiando vita,   cambiando modo . ..e questo mio modo dì introitarmi nella vita sua perché in fin dei conti è stato un… lui ha fatto da gancio perché mi ha preso dal mio mondo, che le posso assicurare che nulla aveva a che fare con questo tipo né di persone, né di fatti né di circostanze, né personalmente né come famiglia, né come persone che io frequentavo, perché mio padre la preoccupazione che aveva, e non scendo nei particolari perché non è giusto per nessuno, ma la preoccupazione  di  mio  padre  ogni  volta  che  uscivo  era  della scorta… e vi ho fatto capire tutto… quando io uscivo; lui fa da gancio e io convinta dì non potere lasciare degli spazi aperti nel nostro rapporto mi inserisco nella sua vita a 360°, perché me ne dovevo accorgere! E sa da che cosa me ne dovevo accorgere? Che quando sono venuti la Falsone madre e la Falsone sorella allo studio, a parte che sono venute senza avere un appuntamento… quindi lui si era visto con queste persone, che non sapevano niente di me, dove era lo studio… lo chiamano con un epiteto, lo chiamano non con il nome suo e io lì fu…

Pm: come lo chiamano?

Porcello A.: lo chiamano “Giulio” perché non è vero che lo chiamano come voi… “il lungo” come indicate nell’ordinanza, non è vero che lo chiamavano così, il suo nome all’interno dell’associazione, il suo identificativo era “Giulio

Pm: e perché “Giulio”?

 Porcello A.: da Giulio Andreotti, glielo chiesi io perché “Giulio“, perché era uno che sbrigava tutte cose, che riusciva a trovare… insomma il tipo che si muoveva… anche perché parliamo di altri soggetti ancora oggi glielo posso dire, e glielo posso dire anche per tutte le vicende patrimoniali che ci sono che sono zero mentalmente, parliamo di soggetti scarsissimi mentalmente, quindi lui per quanto scarso era, rispetto agli altri navigava su un piano superiore, lui subito mi disse, ma da subito, mi disse che nel covo di Provenzano, quando hanno trovato, io me ne sono occupata perché allora facevo l’operazione “Grande mandamento“, quando trovarono Provenzano e trovarono un elenco di soggetti che erano indicati con un numero, lui aveva il numero, non ricordo se mi disse che aveva 54 o 45… il numero di Buggea

Pm: di Buggea, ma lui aveva un numero tra quelle persone. Ma aveva un numero per comunicare con Provenzano?  O per essere indicato…

Porcello A.: per essere indicato per gli affari dell’associazione, però aveva un numero questo me lo disse lui, come io lo sentii chiamare “Giulio“, io lì dovevo già da subito…non l’ho fatto…ho commesso un errore, lo sto pagando ora… ad altissimo prezzo.

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