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Ravanusa, conclusi gli scavi: indagine entra nel vivo

L'ipotesi della Procura e' che una perdita di gas dalla rete di distribuzione del metano abbia creato un accumulo sotterraneo

Pubblicato 4 anni fa

Le operazioni tecniche a Ravanusa, nel luogo dell’esplosione e del crollo che hanno causato nove vittime, si sono concluse dopo quattro giorni. Mercoledi’ sera e’ stato individuato il punto preciso di rottura, nei pressi dell’abitazione del professore Pietro Carmina, una delle 9 vittime. “Effettuando ulteriori scavi manualmente, in prossimita’ di un punto di rottura e’ stata rilevata, ancora a distanza di giorni dalla esplosione, una residua sacca di metano domestico ben distinguibile dal tipico odore”, aveva spiegato il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio.

Fra la mattina e il pomeriggio il pool di esperti della Procura, coordinato dall’aggiunto Salvatore Vella, presente sui luoghi insieme ai pm Chiara Bisso e Sara Varazi, hanno continuato le operazioni, materialmente eseguite dal nucleo speciale dei vigili del fuoco, di scavo e analisi dei sottoservizi, in particolare delle fognature. L’ipotesi della Procura e’ che una perdita di gas dalla rete di distribuzione del metano abbia creato un accumulo sotterraneo spostandosi nelle abitazioni circostanti. Resta adesso da capire se possa essere stata provocata da uno o piu’ interventi di errata manutenzione o da altri tipi di malfunzionamento.

L’inchiesta, avviata come atto dovuto a carico di dieci dirigenti nazionali e regionali di Italgas reti, entra nel vivo. Gli indagati, assistiti da quattro difensori di Agrigento, Roma e Milano (gli avvocati Daniela Posante, Mario Zanchetti, Nadia Alecci e Massimiliano Foschini) hanno incaricato un pool di consulenti che ha preso parte a ogni fase degli accertamenti iniziati martedi’. Conclusi gli scavi sui luoghi, le indagini continuano e verranno fatti anche ulteriori esami in laboratorio sui tubi e materiali sequestrati e sul terreno sotto via Trilussa.

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