Nuove accuse al presidente dell’Ars Galvagno, indagato anche l’autista
La Procura di Palermo oltre al reato di peculato contesta al Presidente dell'Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno e al suo autista Roberto Marino il falso ideologico
La Procura di Palermo oltre al reato di peculato contesta al Presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno e al suo autista Roberto Marino il falso ideologico in atto pubblico per avere attestato, secondo l’accusa, il falso per gli spostamenti dell’auto blu. In particolare, come si legge nell’avviso di conclusione indagini, Marino “quale pubblico ufficiale nella veste di assistente parlamentare addetto alle funzioni di autista del Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gaetano Galvagno e per tale ragione agente di pubblica sicurezza”, firmando “atti pubblici consistenti in fogli di 16 avvenuta missione con annessa richiesta di rimborso spese”.
E Galvagno, quale pubblico ufficiale, “apponendo sui predetti fogli delle attestazioni di conferma attestavano giorni ed orari di inizio e fine delle missioni non corrispondenti a quelli effettivi; sulla base di tale atto, che costituiva presupposto necessario, Marino attestava l’effettuazione di spese mai sostenute in occasione delle predette missioni”.
Secondo la Procura di Palermo, Gaetano Galvagno e il suo autista Roberto Marino, indagati, “in concorso morale e materiale fra loro” mediante “artifizi e raggiri consistiti nell’attestare falsamente date ed orari dei servizi di missione, nonché inesistenti spese di missione (presentando ricevute comprovanti costi mai sostenuti dal Marino), inducendo in errore il personale dell’amministrazione dell’Assemblea Regionale Siciliana destinatario delle richieste, lo determinavano ad erogare in favore del Marino somme di denaro per indebite indennità di missione ed indebiti rimborsi di spese, cosi procurandosi un ingiusto profitto pari ad euro 19.277,37 (di cui 12.849,00 euro a titolo di rimborso spese e 6.528,37 euro a titolo di diaria) in danno dell’Amministrazione. Con l’aggravante di aver commesso il fatto in danno dell’ente pubblico Assemblea Regionale Siciliana”, si legge nell’avviso di conclusione indagini.


