Strage via D’Amelio, l’unico superstite: “Il ricordo rimbomba nella mia mente”
Parla ad AGI dalla sua casa Antonino Vullo, l'unico superstite della strage di via D'Amelio
“Il 19 luglio per me e’ tutti i giorni, ma lo deve essere per tutti perche’ il sacrificio di chi ha lavorato per la nostra terra non deve essere dimenticato”. Parla ad AGI dalla sua casa Antonino Vullo, l’unico superstite della strage di via D’Amelio. In questa via di Palermo c’e’ silenzio, la vita tutti i giorni corre veloce ed il 19 luglio, giorno dell’eccidio, la marea di giovani e personalita’ delle istituzioni la invade per ricordare il giudice Paolo Borsellino ed i cinque agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, tutti componenti della Scorta del Quarto Savona 21.
“Il 19 luglio – aggiunge – deve essere vissuto durante gli atti giornalieri di via quotidiana, durante tutte le nostre azioni per un futuro migliore. Solo cosi’ lo potremmo avere”. In questi trent’anni migliaia di persone si sono recate alle celebrazioni della commemorazione “ma io – racconta Vullo – in via d’Amelio ci vado da solo anche durante l’anno. Ci vado perche’ ancora il ricordo di quel giorno rimbomba nella mia mente”.
Trent’anni non sono pochi per ricostruire e dare un nome “alle menti raffinatissime che hanno organizzato tutto questo”. Riprende le parole di Giovanni Falcone, il giudice che venne ucciso 57 giorni prima di Borsellino, perche’ tanti misteri aleggiano dietro a quella stagione di tritolo, morte e lacrime. Per l’agente superstite le celebrazioni per le stragi vengono vissute da molti come “un momento istituzionale, ma non con il cuore”.