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L’omicidio dell’ex impiegato comunale di Raffadali, due condanne 

Per l'omicidio di Pasquale Mangione, l’ex impiegato del comune di Raffadali ucciso il 2 dicembre 2011

Pubblicato 2 anni fa

I giudici della seconda sezione della Corte di Assise di Appello di Palermo, in parziale riforma della sentenza di primo grado, hanno disposto due condanne per l’omicidio di Pasquale Mangione, l’ex impiegato del comune di Raffadali ucciso il 2 dicembre 2011 in contrada Modaccamo.

Angelo D’Antona, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, è stato condannato a 16 anni di reclusione; Antonino Mangione, considerando anche i benefici derivati dalla collaborazione con l’autorità giudiziaria, è stato invece condannato a 10 anni di reclusione. Il tribunale di Agrigento, lo scorso anno, aveva inflitto 30 anni di reclusione al primo e 16 anni al secondo. Dimezzata, dunque, la condanna nei confronti di D’Antona alla luce dell’esclusione dell’aggravante della premeditazione. Un terzo imputato, la cui posizione è stata stralciata, è ancora a processo davanti la Corte di Assise di Agrigento: si tratta di Roberto Lampasona, originario di Santa Elisabetta. La procura ha chiesto nei suoi confronti la condanna all’ergastolo.

L’omicidio di Pasquale Mangione si consuma nel dicembre 2011 ma per quasi dieci anni rimane un vero e proprio cold case. Nel settembre 2020 uno dei tre protagonisti – Antonino Mangione – decide di collaborare e svela i retroscena del delitto. L’indagine, condotta dalla Squadra mobile di Agrigento guidata dal vicequestore aggiunto Giovanni Minardi, subisce così un’accelerata fino all’arresto dei tre. Il movente non è mai stato del tutto chiarito. Mangione aveva dichiarato che era stato il figlio della vittima a volere la morte dell’ex impiegato comunale ma la tesi, dopo i necessari accertamenti, è stata accantonata e la posizione del congiunto archiviata. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Salvatore Pennica e Alba Raguccia. La parte civile, che sarà risarcita, è rappresentata dall’avvocato Samantha Borsellino.

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