“Ecco come abbiamo trovato 57kg di cocaina in mare”, le rivelazioni del membro di equipaggio
Il ruolo del peschereccio “Nuovo Vincenzo Padre”, l'imbarcazione che ha ritrovato 57kg cocaina in mare
Che il mare di Lampedusa fosse tra le meraviglie più apprezzate al mondo è un dato di fatto noto a tutti ma che fosse anche “stupefacente”, nel vero senso della parola, è una circostanza portata alla luce grazie ad una complessa indagine coordinata dal procuratore di Agrigento Salvatore Vella e dal sostituto Giulia Sbocchia. L’operazione Zefiro, culminata alle prime luci dell’alba con il fermo di 11 persone, non soltanto ha ridisegnato la centralità di Lampedusa sulla mappa del traffico di cocaina ma ha svelato anche il ruolo di alcuni pescherecci che, oltre a pescare gamberi, hanno portato sulla terra ferma chili e chili di polvere bianca. E l’inchiesta, che già aveva già registrato lo scorso anno un sussulto con il sequestro di venticinque panetti di cocaina, non si è fermata. Anzi, è proseguita arricchendosi di ulteriori nuovi elementi. A partire dal quantitativo di droga rinvenuto in mare. Non uno ma ben due carichi, per un peso complessivo di quasi 200kg, pescati in acqua. Non uno ma ben quattro indagati che hanno deciso di collaborare e fornire indicazioni utili sul vasto traffico di stupefacenti.
Tra questi uno dei membri dell’equipaggio del peschereccio “Nuovo Vincenzo Padre”, l’imbarcazione che a fine giugno dello scorso anno ritrovò durante una battuta di pesca ben 57 panetti di cocaina alla Secca di Levante, zona a sud di Lampedusa: “Abbiamo rinvenuto in mare due zaini con all’interno alcuni involucri di colore scuro. Nella circostanza abbiamo tirato su gli zaini. Preciso che all’atto del rinvenimento sull’imbarcazione erano presenti, oltre al sottoscritto, Antonino Di Maggio e tre soggetti di nazionalità senegalese: Sanà Sarr, il figlio Waly e Ibrahima Mbaye [..] terminata la battuta di pesca, siamo rientrati in porto e abbiamo lasciato quanto rinvenuto all’interno dell’imbarcazione [..] Io sono andato a prendere la mia autovettura mentre Di Maggio e il resto dell’equipaggio provvedeva a sistemare la sostanza all’interno degli involucri di plastica utilizzati per depositare i gamberi [..] Ho personalmente trasportato quanto rinvenuto presso un terreno e ricordo di aver depositato quanto trasportato nelle prossimità di un albero [..] Mentre passeggiavo in via Roma notavo Ignazio Blandina, un mio conoscente. Conoscendo i trascorsi penali della famiglia Blandina decidevo di chiedere a lui di voler controllare la sostanza da noi rinvenuta [..] Avuta in mano la sostanza mi comunicava che si trattava di cocaina e a quel punto consegnavo a lui due pacchi e andavo via senza nulla pretendere.”
Il membro dell’equipaggio, già coinvolto nell’operazione Levante e per questo sottoposto attualmente ai domiciliari, riferisce poi di un secondo carico ritrovato da alcuni senegalesi: “Ho sentito dire che nell’estate 2022 un senegalese si era imbarcato su [omissis] e ha rinvenuto un altro quantitativo di sostanza stupefacente a largo di Lampedusa. Non so dire se si trattasse dello stesso tratto di mare. Le voci che giravano quantificavano la vendita della cocaina a qualche migliaio di euro al chilo. Il soggetto di nazionalità senegalese al quale faccio riferimento si identifica in tale Dudù e lo stesso era coadiuvato da altri due connazionali.”