Politica

Carmina (M5S): “Rete idrica agrigentina è un colabrodo”

Lo denuncia la deputata Ida Carmina (M5S), che ha presentato un'interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti sull'appalto per il nuovo pozzo nel bacino idrico di Santo Stefano Quisquina

Pubblicato 2 giorni fa

“Mentre l’emergenza idrica in Sicilia è ormai diventata strutturale, il Governo si limita a inseguire le urgenze con soluzioni tampone invece di affrontare la questione alla radice. L’Agrigentino è ostaggio di una rete idrica vecchia di 80 anni, che disperde più del 50% dell’acqua lungo le condotte, mentre progetti strutturali di rifacimento vengono ignorati e si preferisce scavare nuovi pozzi in aree già fragili sotto il profilo idrogeologico e ambientale”.

Lo denuncia la deputata Ida Carmina (M5S), che ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti sull’appalto per il nuovo pozzo nel bacino idrico di Santo Stefano Quisquina.

“La situazione è drammatica – prosegue Carmina -. Dal 2017 al 2025 ci sono state almeno 174 rotture lungo l’Acquedotto Voltano, lasciando a secco intere comunità per settimane. L’Aica, attuale gestore, invece di puntare su un piano di rifacimento della rete, avalla interventi discutibili come lo scavo di un nuovo pozzo in un bacino già sovrasfruttato. Invero diversi studi di professioni e docenti universitari, mai smentiti, asseriscono categoricamente che la falda potrebbe collassare con grave pericolo per la comunità montana. Il tutto tra presunte irregolarità procedurali”. Per la parlamentare pentastellata, la responsabilità è anche del Governo nazionale: “Non possiamo tollerare che Roma chiuda gli occhi davanti a scelte opache di certe autorità locali. La gestione commissariale per l’emergenza idrica non può essere un alibi per derogare a ogni regola di trasparenza e tutela ambientale”.

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