Acqua, la Consulta scrive al Prefetto: “Rischio ri-privatizzazione servizio idrico”
La Consulta chiede al Prefetto un incontro ed elenca 10 punti critici di Aica
La scrivente Consulta delle Associazioni di AICA, non avendo ricevuto riscontro all’ultima lettera inviata il 16 luglio 2023, nè da parte di ATI, nè da parte di nessun altro soggetto in indirizzo, con la presente richiede un incontro al Prefetto di Agrigento, per affrontare le numerose criticità che affliggono il Servizio Idrico dell’ambito di Agrigento, mai adeguatamente affrontate e risolte. Abbiamo più volte evidenziato, anche in sede prefettizia alla presenza della dott.sa Cocciufa, come consistenti siano le responsabilità dell’Ente di Governo d’Ambito (ATI) e dei Comuni che ne fanno parte, nel cattivo andamento del gestore AICA e come i ritardi nei mancati adempimenti di tale ente abbiano gravi refluenze sul dissesto economico del Gestore.
Elenchiamo schematicamente i gravi punti irrisolti, inviati e discussi numerose volte anche in presenza del precedente Prefetto e dell’attuale Consiglio di Amministrazione: 1) ritardo nella verifica del Piano di convergenza dei Comuni salvaguardati ex art.147 comma 2bis, dlgs 152/06.ATI avrebbe dovuto già a novembre del 2022 procedere con la verifica tassativa dei requisiti previsti dal piano di convergenza. Il ritardo nell’adempiere a questi passaggi danneggia gravemente AICA in quanto non riceve le risorse e le utenze che spettano al Gestore; 2) ritardo nell’applicazione dell’Art.142, dlgs 152/06, il quale stabilisce che tutte le acque appartengono all’Ambito e vanno usate a beneficio del legittimo Gestore. Va quindi sollecitata e ottimizzata in favore di AICA la gestione delle fonti ricadenti nei Comuni salvaguardati per consentire l’utilizzo dell’acqua in eccedenza, come peraltro stabilito da numerose delibere di ATI; 3) Va rimborsata ad Aica l’Acqua che la Regione concede alla privata Sicon (Nestlè) . In virtù dello stesso articolo 142 va avviato un confronto tra ATI, autorità regionali e Gestore in riferimento alla concessione al prelievo di acqua dalle fonti di Santo Stefano di Quisquina fornita, ieri alla Nestlè, oggi alla Sicon. Il quantitativo di acqua concessa a questa’azienda è acqua sottratta al Gestore pubblico, il quale è poi costretto ad acquistare il liquido da Sicilacque a costi onerosi. Va dunque stipulato un accordo con le citate autorità che preveda il rimborso ad AICA del quantitativo di acqua concessa dalla Regione alla Sicon; 4) Grave ritardo da parte di ATI riguardo la liquidazione dei consorzi Tre Sorgenti e Voltano.Più volte annunciate, ma mai adeguatamente affrontate e risolte le questioni che vedono ancora in piedi i due consorzi illegittimi, con gravi conseguenze economiche per il Gestore legittimo. La sussistenza dei due enti illegittimi sottrae ad Aica più di 2 mila utenze , e non consente, tra le altre cose, il raggiungimento dei requisiti minimi di accesso ai fondi del PNRR.Il Commissario regionale nominato al Tre Sorgenti disattende il compito di rispettare le due sentenze non appellabili del Tribunale Nazionale Superiore delle Acque, la n. 201 del 2014 e la n. 2 del 2021, che ne impongono la liquidazione; 5) Ritardo nel commissariamento da parte della Regione dei comuni di Palma di Montechiaro e Camastra. Vanno presi urgenti provvedimenti per questi due comuni i quali, senza averne titolo e contro ogni norma di legge, si rifiutano di entrare a far parte di AICA; 6) Grave ritardo di ATI nell’affrontare la questione dell’utenze a forfait e il problema dell’equità di trattamento tra utenti dello stesso servizio . E’ necessario che ATI offra tutto il supporto collaborativo ad AICA nel superare al più presto la grave questione delle utenze forfettarie, introducendo un fattore di perequazione e favorendo l’istallazione dei misuratori da parte dell’utenza. Questa misura avrebbe consentito, con tutta probabilità, di limitare, se non di azzerare le perdite di bilancio del 2022. Il mancato superamento di questa problematica espone Mica al rischio di interventi sanzionatori da parte di Area; 7) Mancato ricalcolo di atti della tariffa di acquisto dell’acqua del gestore primario Siciliacque. L’ati avrebbe dovuto attivarsi per tempo nel ricalcolare (al ribasso) la tariffa di 69,69 centesimi al mc, che ha un peso consistente nel dissesto economico di AICA. I ritardi nell’affrontare la questione e l’istituzione in sede regionale della CIR (Commissione Idrica Regionale) composta dai rappresentanti di tutte le ATI/ATO ha portato ad una riconferma della tariffa del 2019, quindi Nessun risparmio sull’acqua acquistata a caro prezzo da Siciliaque; 8) Mancato ottenimento di un anticipo sui consumi energetici di 3,5 milioni di euro concesso dalla Csea (Arera). Dopo l’approvazione delle tariffe 2022/2024 a dicembre scorso, l’ATI ha avuto la possibilità di ricevere dalla CSEA la somma di 3,5 milioni di EURO a titolo di anticipazione sul rincaro della bolletta energetica. Questo avrebbe consentito al gestore di tirare una boccata d’aria (per dirla con le parole del presidente di ATI), peccato che alla fine questa somma non si è ottenuta per il ritardo nella presentazione dell’istanza; 9) Persiste una turnazione della distribuzione idrica insopportabilmente lunga e iniqua, ma ad Aica viene imposto di fornire acqua ai campi delle pesche di Bivona. Nonostante l’autorità di bacino abbia rassicurato tutti affermando che la Sicilia non è in crisi idrica e che gli invasi sono pieni, l’utenza servita da AICA ha trascorso una stagione estiva caratterizzata da turni di erogazione anche di 8/10 giorni, costretta ad un massiccio ricorso alle autobotti (magari abusive e rifornite da quei consorzi che dovevano essere cessati anni fa). Mentre l’utenza ha vissuto i soliti disservizi ad AICA viene imposto di erogare acqua ai pescheti e pazienza se i suoi utenti sono rimasti a secco. La vicenda presenta aspetti di una gravità allarmante per diversi motivi: AICA non distribuisce acqua per uso agricolo ma idropotabile, è quindi il consorzio di bonifica AG3 a dover far fronte al fabbisogno idrico delle coltivazioni. Se quest’ultimo è impossibilitato possono intervenire l’autorità di bacino e la stessa Sicilacque che gestisce gli invasi, non certo AICA. Va inoltre sottolineato come il comune di Bivona è tra i comuni salvaguardati, quindi non facenti parte di AICA; 10) Le tariffe 2022/24 sono fuori controllo. Gli aumenti votati dall’ATI a dicembre 2022, ben più consistenti del dichiarato 6%, e tutto l’impianto tariffario, non risultano essere ancora stati approvati da ARERA (l’autorità nazionale che entro 90 giorni dall’approvazione dell’atto si deve pronunciare sulla legittimità della tariffa). Riteniamo inoltre che le tariffe non rispecchino le direttive normative corrispondenti ad una regolare amministrazione del servizio idrico. Dopo avere spesso ribadito quanto appena elencato, in più sedi e in più modalità, ci chiediamo come Consulta e come utenti, se vi siano nel nostro Ambito autorità in grado di operare un reale controllo di legittimità amministrativa sul servizio idrico. Abbiamo la fondata preoccupazione che si stia inasprendo il rapporto tra cittadini e istituzioni, che vengano forniti servizi primari sempre più scadenti a fronte di costi sempre più alti. Ci chiediamo quale possa essere il futuro prossimo di AICA se non si interviene attivamente e adeguatamente. Se non si risaneranno i conti in tempi brevi il Gestore pubblico potrebbe incorrere nella ri-privatizzazione del servizio in virtu del decreto 201 del dicembre del 2022 (norme in materia di concorrenza).