Lampedusa

L’ex prete di Lampedusa ricorda Papa Francesco: “Gli regalai vangelo trovato su barcone di migranti”

Don Carmelo La Magra, ex parroco di Lampedusa che oggi guida la comunità ecclesiale di Racalmuto, ricorda ancora gli incontri con Papa Francesco

Pubblicato 2 giorni fa

“Viene a mancare la voce degli ultimi della terra. Lascia un grande vuoto, un vuoto che, in parte, abbiamo già sperimentato durante i giorni del lungo ricovero in ospedale. Adesso, però, questa assenza è ancora più forte, perché Papa Francesco sembra essere l’unico leader mondiale a parlare degli ultimi, di pace, di diritti degli esseri umani in un contesto in cui si torna ai nazionalismi, agli armamenti, alla guerra finanziaria. E quando ciò accade a pagare in prima persona sono proprio i poveri, gli ultimi, i piccoli”. Don Carmelo La Magra, ex parroco di Lampedusa che oggi guida la comunità ecclesiale di Racalmuto, ricorda ancora gli incontri con Papa Francesco.

Due volte ha incrociato il suo sguardo, ha stretto le sue mani. La prima il 27 aprile del 2017 nell’aula del Sinodo in occasione del Forum internazionale dell’Azione cattolica. “Gli regalai un Vangelo trovato sui barconi dei migranti – racconta all’Adnkronos -. Il Papa lo accolse come un dono prezioso, lo consegnò ai suoi collaboratori e disse loro di metterglielo da parte con cura. A un certo punto non riuscì più a parlare. Non trattenne le lacrime. Il nostro fu un incontro di sguardi, di pianto e di commozione”. In quel Vangelo “strapazzato dalle onde del mare”, ricorda oggi don Carmelo, erano sottolineate “alcune frasi di salmi che riprendevano la sorte del giusto perseguitato, sembrava un po’ di rileggere, attraverso i versetti, la sorte dei migranti in Libia”. Il secondo incontro risale all’8 luglio 2019. “Mi invitò a concelebrare la messa che per alcuni anni il Papa ha officiato nel ricordo del viaggio a Lampedusa”. Poco prima Bergolio e don La Magra si fermarono a parlare. “Erano giorni particolari”, ricorda l’ex parroco di Lampedusa da sempre in prima linea nell’accoglienza dei migranti. Erano i giorni in cui don Carmelo dormiva all’addiaccio sul sagrato della chiesa di San Gerlando attendendo lo sbarco dei naufraghi soccorsi dalla Sea Watch e a cui era impedito di scendere a terra. “Raccontai al Pontefice quello che stavamo facendo e gli dissi anche che nella Chiesa il nostro gesto non era capito da tutti. Mi guardò, strinse il pugno come a darmi forza e mi disse ‘Voi continuate così'”.

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