“Favarese”, l’agnello pasquale esportato in tutto il mondo grazie a tre agrigentini
Gli ingredienti alla base del successo di “Favarese”, l’agnello pasquale che grazie all’intuizione di tre giovani agrigentini sta facendo letteralmente il giro del mondo
Conservare la tradizione, mantenere intatta l’arte della lavorazione a mano e l’utilizzo di prodotti di altissima qualità con l’obiettivo di rendere ancora più “popolare” la pasta di mandorle e di pistacchio. Sono gli ingredienti alla base del successo di “Favarese”, l’agnello pasquale che grazie all’intuizione di tre giovani agrigentini sta facendo letteralmente il giro del mondo. L’idea è proprio quella di destagionalizzare un dolce tipico delle feste di Pasqua ed esportarlo grazie all’e-commerce nei posti più svariati del globo.
Al centro del progetto – creato da Davide Salamone, Piero Frenna e Giuseppe Rizzo – c’è ovviamente l’antico dolce di Favara (da qui il nome semplice e di impatto “Favarese). Un prodotto creato dalle suore alla fine dell’800 che ha avuto un’ascesa vertiginosa grazie ad un testimonial d’eccezione: papa Giovanni XXIII. Il Pontefice ne rimase stregato dopo averlo assaggiato durante una visita nel 1923. Adesso l’obiettivo dei tre agrigentini, dopo aver investito su artigianalità e alta qualità, è quello di esportarlo in tutto il mondo valorizzando processi aziendali moderni che consentono all’agnello pasquale di uscire da un laboratorio di Agrigento e arrivare fin sotto il Duomo di Milano, la tour Eiffel di Parigi o il Colosseo.
Ma non finisce qui. Il successo che sta riscuotendo “Favarese” impone adesso nuove riflessioni e ambiziosi obiettivi. Contatti sono già stati avviati con grandi marchi di lusso e all’orizzonte si intravedono nuovi mercati come quello cinese e americano. “Abbiamo svecchiato questo dolce senza far perdere la tradizione e ciò che simboleggia con l’obiettivo di farlo conoscere in tutto il mondo” ha dichiarato Piero Frenna a Repubblica.