Ospedale di Ribera, Don Antonio Nuara: “C’è per salvare e curare vite”
Il sacerdote di Ribera, se da un lato elogia l'operato del reparto di chirurgia dall'altro lato chiede la risoluzione di altri problemi che affliggono il nosocomio
Si torna a parlare di depotenziamento dei servizi che l’Ospedale di Ribera “Fratelli Parlapiano” offre ai pazienti, dell’hinterland e dei tanti che afferiscono anche dalle province limitrofe. Il sacerdote di Ribera, Antonio Nuara, rivolge un appello a tutte le Autorità Sanitarie della Provincia, al sindaco Ruvolo e alla Politica regionale, di vigilanza, perché l’Ospedale “Fratelli Parlapiano” di Ribera c’è per curare e salvare vite.
Il sacerdote elogia il “Parlapiano” e nello specifico la professionalità dei medici el reparto di chirurgia, ma dall’altro lato parla di “venti di guerra”, perchè chiede della Tac che doveva essere attivata o della possibilità di effettuare una risonanza magnetica senza aspettare templi biblici.
Di seguito la lettera di Don Antonio Nuara:
“Trovandomi a frequentare il reparto di chirurgia, diretto dal Dott. Antonino Tornambe, coadiuvato dal padre, il Dottor Giuseppe Tornambe e dal Dott. Roberto Petrone, per un intervento chirurgico, subìto da un mio familiare, ho potuto constatare di persona la qualità e la professionalità chirurgica dei medici soprannominati, come anche la disponibilità, l’affabilità e la prontezza di tutto il personale. Non sembrava di essere in un ospedale. Anche i locali si presentavano tutti ben puliti e curati. Non è fuor di luogo affermare che la chirurgia, come anche gli altri reparti, sono realmente il “fiore all’occhiello” della Sanità agrigentina. Anche il reparto di colonscopia endoscopica, diretto dal Dott. Domenico Macaluso, e il Pronto Soccorso funzionano molto bene e gli interventi sono tempestivi. In questi giorni è stata anche avanzata la richiesta di una nuova apparecchiatura per la Laparoscopia endoscopica, mirata a risolvere i casi senza interventi invasivi. Aspettando poi, come di dovere nella sala di aspetto, chiacchierando con i vari pazienti, mi sono permesso chiedere loro il “perché” scegliessero Ribera e non l’Ospedale loro più vicino, tutti mi hanno risposto all’unanimità: “il trattamento che troviamo a Ribera, non lo troviamo negli altri Ospedali. A Ribera ci sentiamo sicuri”. Naturalmente ho cercato di esprimere un giudizio positivo anche sugli altri nosocomi. Perché i “venti di guerra”? La risposta è semplice: c’è l’intendimento di spostare la chirurgia e con essa anche il titolare a Sciacca, riprendendo, ancora una volta, la “guerra tra i poveri”. Abbiamo sempre affermato che i due Ospedali Sciacca e Ribera devono coesistere, ma non facendosi la concorrenza, ma avendo ciascuno reparti diversi che funzionino perfettamente. Attualmente tutto il reparto della Diagnostica da tre mesi non arranca perchè le apparecchiature, obsolete, sono state smantellate. Si utilizza un’apparecchiatura provvisoria in dotazione al Pronto Soccorso, dove realmente e con tempestività riescono a “salvare vite” e senza tempi lunghi di attesa, che non può soddisfare le varie esigenze di un reparto. Per i normali esami di controllo bisogna aspettare il turno per Sciacca o altro Ospedale o ricorrere al privato, dove tutto, automaticamente, diventa a pagamento, creando sempre più la distinzione tra chi ha i soldi e chi non li ha. Una ingiustizia bella e buona. Da due anni a Ribera si parla di una nuova Tac di ultima generazione, ma è diventata come l’Araba Fenice: “che sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa”. All’Ospedale di Ribera dovrebbe esserci anche la possibilità di poter fare la Risonanza Magnetica, senza aspettare tempi che ormai diventano biblici. Non sono “pretese”, ma richieste sacrosante”,