Operazione “Check & balance”: i Traina respingono le accuse
Il Gip deciderà nelle prossime ore se confermare la misura cautelare o meno.
Calogero e Giuliano Traina, 71 e 47 anni di Cammarata titolari della ditta Traina srl finiti al centro di un’inchiesta giudiziaria che li ha visti raggiunti da misura cautelare che li ha condotti agli arresti domiciliari, sono comparsi stamani davanti al Gip del Tribunale di Enna per difendersi dalle accuse loro mosse.
I due imprenditori (Giuliano è anche consigliere comunale a Cammarata nonchè consigliere provinciale) hanno respinto con veemenza l’accusa di essere responsabili delle contestazioni loro mosse.
Il Gip deciderà nelle prossime ore se confermare la misura cautelare o meno. La vicenda viene riassunta da un comunicato stampa diffuso ieri dalla questura di Enna:
Lo scorso 1° luglio, personale della Digos di Enna, nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “Check & balance” diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari degli arresti domiciliari emesse dal G.I.P. di Enna nei confronti dei due imprenditori Traina, rispettivamente rappresentante legale e responsabile tecnico della ditta aggiudicataria del servizio di gestione e raccolta rifiuti in nei comuni di Valguarnera Caropepe e Agira.
L’operazione costituisce il risultato di una complessa attività d’indagine, protrattasi per oltre un anno, che ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine alla frode compiuta dalla ditta aggiudicataria del servizio di gestione dei rifiuti ai danni di due comuni della provincia ennese.
La strutturata attività di indagine esperita farebbe emergere un consolidato sistema finalizzato a dissimulare la corretta e completa esecuzione degli appalti stipulati e un meccanismo volto a frodare i Comuni con cui la società intratterrebbe rapporti. Sarebbe stato registrato un forte incremento dei quantitativi dei rifiuti prodotti e smaltiti, anche fino a 500.000 kg in più annui, non in linea con la constatata diminuzione di abitanti nei luoghi interessati; sarebbe stata appurata la falsificazione dei documenti di trasporto dei rifiuti e l’inosservanza di svariati obblighi contrattuali.
All’esito di una importante perquisizione presso vari obiettivi, che ha visto l’impiego di oltre 35 unità, sarebbero emerse diverse irregolarità sul bilico utilizzato dalla società per pesare i camion carichi di rifiuti provenienti da circa 60 Comuni dell’intera regione Sicilia.
Grazie anche al coinvolgimento dell’A.R.P.A. e dell’Ispettorato del lavoro, nei capannoni in uso alla società insistenti in un Comune della provincia sarebbe stata inoltre appurata una attività di gestione di rifiuti non autorizzata, con conseguenti ripercussioni sulla salubrità dei luoghi, e sarebbero state riscontrate svariate violazioni della normativa vigente in materia di sicurezza sul lavoro. La condotta fraudolenta adottata nell’esecuzione del contratto di fornitura, e la gestione di un impianto con una pesa risultata manomessa, come tale non idonea e certificare il peso nei confronti di qualsivoglia partner commerciale, avrebbe generato l’indebita percezione di denaro pubblico ai danni dei Comuni costretti a pagare per quantitativi falsati di rifiuti.