Agrigento

Rivolta sindaci del Belìce contro pale eoliche e fotovoltaico

Durante l’incontro è emerso un dato allarmante: le richieste di connessione alla rete elettrica nazionale per nuovi impianti da fonti rinnovabili hanno superato di quattro volte gli obiettivi fissati dalla Regione Siciliana, con le province di Trapani e Agrigento tra le più coinvolte.

Pubblicato 4 ore fa

Il crescente insediamento di parchi eolici e fotovoltaici nel territorio del Belìce sta scatenando una dura reazione da parte degli amministratori locali. Le pale alte fino a 200 metri e le distese di pannelli solari estese quanto decine di campi da calcio stanno cambiando volto a un’area da sempre votata all’agricoltura e, più recentemente, al turismo. A lanciare l’allarme sono stati i sindaci della zona, intervenuti al consiglio comunale aperto convocato ieri a Castelvetrano, in provincia di Trapani, alla presenza anche di alcuni deputati regionali.

Pur ribadendo il sostegno alla transizione energetica e alla necessità di contrastare il cambiamento climatico, gli amministratori hanno parlato senza mezzi termini di un “assalto selvaggio e indiscriminato” al paesaggio e al tessuto socioeconomico del territorio. Il timore condiviso è che, in assenza di un piano regolatore serio, la corsa agli impianti green possa trasformare in modo irreversibile l’identità della valle del Belìce.

Durante l’incontro è emerso un dato allarmante: le richieste di connessione alla rete elettrica nazionale per nuovi impianti da fonti rinnovabili hanno superato di quattro volte gli obiettivi fissati dalla Regione Siciliana, con le province di Trapani e Agrigento tra le più coinvolte.

I sindaci, che già a gennaio avevano sottoscritto un primo documento promosso dal primo cittadino di Montevago, Margherita La Rocca, sono ora pronti a firmare una nuova protesta formale. Tra le richieste principali: la sospensione immediata delle procedure autorizzative in corso, la revoca di quelle relative a impianti non ancora cantierati e, soprattutto, la redazione di un piano regionale che identifichi con precisione le aree non idonee alla realizzazione di nuovi impianti.

“Il futuro green non può passare sulla testa delle comunità locali”, è il messaggio chiaro emerso dal fronte compatto dei sindaci del Belìce.

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