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Borsellino, alle 15.58 in via D’Amelio il silenzio e la ricerca della verità

Sono passati 33 anni dalla strage di via D'Amelio

Pubblicato 12 ore fa

 A 33 anni dalla strage di via D’Amelio a Palermo, la città si ferma per ricordare il giudice Paolo Borsellino e i cinque poliziotti di scorta Agostino Catalano, Vincenzo Fabio Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina ed Emanuela Loi.

Alle 16.58, ora dell’eccidio, 33 anni dopo la strage, i loro nomi, un elenco pronunciato ad alta voce da Salvatore Borsellino in via D’Amelio, come grani di un rosario doloroso e ostinato, un lungo applauso, e le note del Silenzio, con le ‘agende rosse’, alzate al cielo, a reclamare la verita’ tutta intera, dagli attivisti del movimento fondato dal fratello di Paolo Borsellino e dai cittadini presenti. Sono in tanti qui a ricordarli, davanti all’Albero della pace che la mamma del giudice ha voluto fosse piantato dove c’era il cratere dell’esplosione.

Questa mattina i caduti sono stati commemorati con la deposizione di una corona d’alloro presso l’Ufficio scorte della caserma Pietro Lungaro, da parte del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del capo della Polizia Vittorio Pisani. Oltre ai familiari delle vittime, erano presenti il prefetto ed il questore di Palermo Massimo Mariani e Vito Calvino.

“Noi vogliamo la verità dopo 33 anni. Senza verità non c’è giustizia. E oggi ci sentiamo più soli, come se fossimo tornati indietro di 33 anni. Non va bene, né per noi né per i nostri morti. Avevamo bisogno di altro, avevamo bisogno della verità”, ha detto Tina Montinaro  moglie dell’agente di Polizia Antonio Montinaro, capo scorta del giudice Giovanni Falcone, a margine della cerimonia di commemorazione che si è svolta a Palermo per ricordare il giudice Borsellino e gli uomini della scorta.

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