Femminicidio Sara, la mamma: “Argentino aveva ossessione silente”
Queste le parole della lettera che Maria Concetta Zaccaria ha dedicato a sua figlia Sara Campanella studentessa uccisa a Messina da Stefano Argentino, poi morto suicida
“Non è facile parlare di Sara, perché lei è l’immensità e le parole risulterebbero riduttive e non bastevoli per raccontarla. Tuttavia, proverò a farlo affinché possa arrivare a voi il messaggio d’amore che lei lascia come ‘sua eterna eredità’: l’amore per sé stessa e per gli altri”. Queste le prime parole della lettera che Maria Concetta Zaccaria ha dedicato a sua figlia Sara Campanella, studentessa uccisa a Messina da Stefano Argentino, poi morto suicida, affidate questa mattina a ‘Morning News’, su Canale 5.
Nel suo racconto, la madre di Sara ripercorre le ultime ore della figlia, tracciandone un ritratto sereno: “Il 31 marzo Sara usciva felice dalla sua ‘seconda casa’, il Policlinico di Messina, perché quel pomeriggio, il suo stimato professore aveva accettato di essere il relatore della sua tesi di laurea – racconta -. Mi ha subito chiamata ma io avevo distrattamente lasciato il mio cellulare in macchina e non ho risposto. Sono certa che aveva il cuore che batteva a mille dalla gioia. Ma subito dopo essere uscita dal Policlinico, tutto è cambiato: quella gioia è mutata in paura e dolore. I suoi ideali di vita e i suoi sogni sono stati brutalmente spezzati per avere detto, per l’ennesima volta, con coraggio e determinazione ‘no’ a chi considerava ‘chiunque'”.
E ancora, la madre evidenzia come l’omicidio sia un segnale che il fenomeno della violenza sulle donne sta assumendo forme diverse: “Il femminicidio di Sara è un femminicidio atipico che riscrive una pagina nuova nella storia di violenza alle donne, poiché chi uccide questa volta non è l’ex, il compagno, il marito. Chi uccide è un collega di corso che non era neppure un collega di studio. Non vi era alcun tipo di rapporto se non quello di civile convivenza e condivisione degli stessi spazi di studio – prosegue la donna -. Eppure, quel rapporto era fortemente voluto dal suo assassino al punto tale da convincersi che lei era sua e doveva esserlo a tutti i costi. La sua ossessione per Sara era silente e si manifestava a lei e ai colleghi con cui studiava, come una semplice richiesta di uscire o di parlare, tipica dei ragazzi che a questa età corteggiano una ragazza. Ma purtroppo lui non si è rivelato un corteggiatore capace di amare poiché chi ama non uccide e dopo aver progettato accuratamente da più di sei mesi la sua morte, l’ha uccisa alle spalle con efferata crudeltà. La sua convinzione era quella che morendo lei non sarebbe stata più di nessuno. Ma si sbagliava. Sara è diventata figlia, sorella, nipote, amica, collega di tutti, ha raggiunto il cuore di tutti sfondando ogni confine”