Politica

Nuovo pozzo al largo di Licata, Cambiano: ‘La Sicilia non sia trattata come colonia energetica”

Lo dice il deputato regionale del Movimento Cinque Stelle, Angelo Cambiano, presentando una interrogazione

Pubblicato 2 ore fa

“In data odierna ho presentato un’interrogazione al Presidente della Regione e all’Assessore regionale alla Pesca per chiedere quali misure il Governo regionale intenda adottare a tutela di un comparto, quello della pesca, in grave crisi economica e ulteriormente penalizzato dalle attività estrattive offshore come la richiesta di conversione del pozzo Gemini 1 da esplorativo a pozzo di produzione.” Lo dice il deputato regionale del Movimento Cinque Stelle, Angelo Cambiano.

“È ormai chiaro che la strategia dei grandi colossi energetici continua a essere quella dello sfruttamento delle risorse dei nostri mari, ma a quale prezzo per le comunità costiere e per l’ecosistema marino?

Ricordo che, dopo una lunga battaglia, abbiamo ottenuto l’approvazione della legge regionale che riconosce ai comuni interessati il 30% delle royalties. Adesso però serve fare un passo ulteriore: il disegno di legge voto a mia prima firma (DDL n. 959 del 4 giugno 2025), il cui testo potrebbe essere discusso nelle prossime settimane in vista dell’approvazione della legge di bilancio, deve vedere la luce per evitare l’ennesimo scippo da parte del Governo nazionale, che sulla carta predica l’autonomia differenziata ma nei fatti continua a sottrarre alla Sicilia risorse energetiche e royalties, senza alcuna reale politica di sostegno ai territori.

Non possiamo accontentarci dei circa 5 milioni di euro stanziati da ENI come compensazione iniziale per le marinerie di Licata, Gela e Porto Empedocle: somme insufficienti a fronte dei danni e delle limitazioni che queste comunità subiscono quotidianamente. La condizione ambientale n. A.2 del Parere VIA-VAS n. 760 del 12 giugno 2023 è chiara: prima dell’avvio dei lavori va effettuata una più approfondita valutazione degli impatti per la pesca e previste adeguate compensazioni.

La Sicilia non può più essere trattata come una colonia energetica: servono tutele concrete per le marinerie, rispetto delle prescrizioni ambientali e certezza delle entrate per i nostri territori. Continuerò questa battaglia in tutte le sedi, perché sviluppo non può significare sfruttamento senza ritorni, ma deve tradursi oltre che in sostenibilità ambientale anche in opportunità vere per la nostra terra e la nostra gente.”

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