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Lavoro nero e sicurezza: la CISL Agrigento Caltanissetta Enna plaude ai controlli di INL

La CISL da tempo sollecita più vigilanza sul lavoro sommerso e un Patto per la sicurezza tra istituzioni, parti sociali e imprese, con investimenti stabili in prevenzione e controlli.

Pubblicato 2 ore fa

«Bene i controlli dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e delle Forze dell’Ordine: la legalità non è un orpello burocratico, ma tutela concreta della vita e della dignità delle persone. Il lavoro nero va combattuto senza sconti, perché dove mancano contratti, formazione e sorveglianza sanitaria, aumenta il rischio per la sicurezza». Lo affermano Carmela Petralia, segretaria generale CISL Agrigento Caltanissetta Enna, Luca Gintili, Segretario Generale della Filca Cisl, e Alfonso Bellomo, Segretario Generale della Fisascat Cisl, commentando gli esiti dell’ultima settimana di vigilanza nelle province di Caltanissetta ed Enna, che hanno portato a quattro sospensioni e sanzioni per oltre 40 mila euro nei settori dell’edilizia e del commercio.
«La loro azione di controllo ed emersione è essenziale: fa bene alle imprese corrette, protegge i lavoratori, ripristina concorrenza leale e cultura della prevenzione», proseguono i sindacalisti.
Dalla Cisl sottolineano il legame stretto tra irregolarità contrattuali e infortuni: «Quando non c’è contratto, spesso mancano formazione, dispositivi di sicurezza e visite mediche. Non è solo evasione di norme: è pericolo per la vita. Per questo chiediamo di rafforzare organici ispettivi, prevenzione e formazione di qualità».
La CISL da tempo sollecita più vigilanza sul lavoro sommerso e un Patto per la sicurezza tra istituzioni, parti sociali e imprese, con investimenti stabili in prevenzione e controlli. Il Sindacato ha, inoltre, ribadito la necessità di rafforzare il contrasto al caporalato e al lavoro illegale, perché «la dignità e la sicurezza del lavoro vanno garantite in tutti i settori».
«Legalità, formazione, prevenzione e dialogo sociale: sono questi i pilastri su cui vogliamo continuare a lavorare nei territori – concludono– a fianco di istituzioni, uffici ispettivi e imprese sane, per far emergere il lavoro regolare e ridurre gli infortuni. È una battaglia di civiltà che riguarda tutti».

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