Mafia

Il figlio di Paolo Borsellino scrive ai figli dopo le intercettazioni shock: “Camminate a testa alta”

Quei giudizi, che toccano anche la moglie di Paolo Borsellino, sono stati svelati da intercettazioni ambientali della Guardia di finanza a casa di Natoli

Pubblicato 2 ore fa

“Continuate a camminare sempre a testa alta”. È l’affettuosa esortazione che Manfredi Borsellino, figlio del procuratore aggiunto a Paolo, Paolo, ucciso nella strage di via d’Amelio, rivolge ai propri figli in una lettera con la quale indirettamente risponde alle parole dell’ex magistrato palermitano Gioacchino Natoli, che parlava con la moglie e la figlia, riportate durante la trasmissione di Raitre “Lo stato delle cose” ieri sera. Quei giudizi, che toccano anche la moglie di Paolo Borsellino, sono stati svelati da intercettazioni ambientali della Guardia di finanza a casa di Natoli, indagato a Caltanissetta per presunti insabbiamenti dell’inchiesta su mafia e appalti.

Le intercettazioni, secondo i pm di Caltanissetta, non presentano profili penali ma le trascrizioni sono state trasmesse alla Commissione parlamentare antimafia che segue, tra tante polemiche, il filone di indagine su mafia e appalti. Dopo la trasmissione di Raitre Manfredi Borsellino, dirigente della polizia di Stato, ha scritto ai figli Merope, Paolo e Fiammetta: “A distanza di anni emerge che un altro ex collega del vostro nonno, seppure nel corso di una conversazione privata, avrebbe definito vostro padre e le sue sorelle ‘tutti senza neuroni’, insulti ed epiteti più o meno analoghi a quelli che ci aveva rivolto un’altra autorevole ex giudice, oggi condannata e detenuta per avere reiteratamente tradito quello Stato per cui vostro nonno aveva sacrificato la vita”. Il riferimento è all’ex giudice Silvana Saguto, condannata a 7 anni e 11 mesi per una gestione dei beni confiscati alla mafia fondata sulla distribuzione di incarichi a un “cerchio magico”.

“Questa volta però – scrive Manfredi Borsellino – sarebbe stata financo insultata e vilipesa la vostra cara nonna Agnese, fatta passare (…) per ‘deficiente’ e per una donna a cui ‘nessuno nel mondo e nella vita avrebbe mai dato retta’, tanto che sarebbe stato ‘indifferente sapere se era viva o morta’”. “Parole terribili”, commenta Manfredi Borsellino, “per le quali potrei dirvi anche questa volta ‘non ragionate di loro ma guardate e passate’, ma uno di voi tre ieri sera, seguendo il programma tv che si è occupato della incresciosa vicenda, mi ha confidato di essere rimasto abbastanza scioccato per aver conosciuto personalmente quell’ex collega del nonno e per averne sentito parlare come una persona che gli era vicino, per cui ritrovandosi a sentire quelle parole che gli sarebbero state attribuite gli veniva da pensare allora quante altre persone siano come lui…”. “A questo punto – è la conclusione – sento il dovere di dirvi oggi di continuare a camminare sempre a testa alta, perché forse vostro padre e le vostre zie per questi personaggi “avranno pochi neuroni”, ma siamo stati fortunati per avere avuto figli come voi e genitori – per dirla in gergo calcistico come sapete caro a papà – di ‘un’altra categoria’”.

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