Agrigento

“Luminous Strays” di Efi Spyrou all’ex conventino Chiaramontano di Agrigento

L'installazione immersiva è visitabile fino al 10 novembre e rientra tra i progetti di Agrigento 2025

Pubblicato 2 ore fa

Luce e ombra, giorno e notte, vita e morte. Nel Libro 15 delle Metamorfosi di Ovidio, Pitagora parla di un universo in perpetuo divenire: «Vedi come le notti si distendono verso il giorno e come la luce abbagliante succede all’oscurità della notte. Il cielo ha un colore diverso quando tutte le cose stanche riposano a mezzanotte» (15.186–98). Nel suo immaginario, luce e oscurità non sono forze contrapposte bloccate in un ciclo di conquista, ma stati intrecciati in continuo movimento.

Luminous Strays, installazione immersiva di Efi Spyrou è ospitata fino al 10 novembre all’ex conventino Chiaramontano di Agrigento, ed è tra i progetti portanti di Agrigento Capitale Italiana della Cultura; un spazio piccolo, raccolto, sacrale, ecclesiastico dove i sette pannelli intessuti e sospesi realizzati dell’artista cipriota, riescono a dar corpo a questa idea di abbraccio tra visibilità e occultamento, identità ed estraniamento. Ogni pannello è realizzato con stoffa nera e nastro altamente riflettente (lo stesso che si usa in autostrada per delimitare un’area) e richiama sia le pratiche tessili tradizionali sia la struttura digitale dell’immagine. I pannelli restano quasi impercettibili fino a quando non vengono illuminati da un flash, dall’obiettivo di una fotocamera o da un fascio di luce direzionato: a quel punto paiono animarsi e parlare allo spettatore. Attraverso la luminosità emergono diverse creature, emblemi e forme — non come sagome fisse, ma come presenze fugaci quasi irriconoscibili che fluttuano ai margini del riconoscimento, invitandoci silenziosamente a interrogarci su ciò che vediamo, sul come lo vediamo e sul perché.

Al centro dell’installazione di Efi Spyrou c’è il suo coinvolgimento personale con i luoghi, i reperti, le storie, i personaggi dell’antica Akragas, miscelati al più ampio folklore siciliano – un paesaggio plasmato dall’intreccio di miti antichi, simbolismo naturale e memoria rituale. Nei mesi precedenti alla mostra, Efi ha cercato e trovato Agrigento  come luogo di dialogo e convergenza storica: greci, romani, bizantini, arabi e normanni, ciascuno ha lasciato una traccia duratura, e oggi diventa simbolo di dialogo, che abbraccia realtà multiple, ibride e spesso nascoste.

In questo contesto, i cervi e i cani impegnati in un gioco incessante, la Medusa in lacrime, l’aquila a due teste con volto di gatto e colonna vertebrale a spirale, il simbolo invertito della regina, il leone inginocchiato avvolto da foglie di vite e il grifone che emerge dal fogliame, non provengono dall’archivio visivo centrale dell’archeologia locale, ma dai suoi margini: dalle incisioni evanescenti, dai motivi periferici e dai frammenti logori.

Ispirata sia dalle pratiche tessili tradizionali sia dalle metodologie digitali di costruzione dell’immagine, la rappresentazione di Spyrou intensifica lo straniamento dei soggetti, attivando allo stesso tempo un processo di familiarizzazione. Muovendosi intorno a questi mosaici ibridi, le loro forme mutano: alcuni elementi appaiono con chiarezza, mentre altri sfumano in astrazione, a seconda dell’angolazione visiva. Cercando il punto nello spazio che li mette in rilievo, i visitatori partecipano a ciò che è percepito e mantenuto, costituendo così la stessa presenza dei soggetti. In tal modo, essi generano un ritmo attraverso i frammenti, dove il significato non è fisso ma si costruisce lentamente attraverso il movimento, l’attenzione e la relazione.

Accanto agli elementi figurativi, uno dei pannelli dell’installazione presenta versi da Sussuri Luna, una poesia composta con frammenti di  Gocce d’amore del poeta italiano Salvatore Indelicato, che esplora temi d’amore, desiderio e momenti fugaci di connessione. Il pannello è composto interamente da parole scelte da Efi Spyrou dalle poesie di Salvatore Indelicato senza traduzione. Quando ci si astiene dal concentrarsi sul significato delle parole e si presta attenzione alla loro presenza visiva, le parole appaiono come forme fluttuanti nel vuoto.

Spyrou invita a rimanere aperti all’ignoto: il movimento del visitatore in Luminous Strays diventa una lenta e silenziosa resistenza all’impulso di pre-assegnare e imporre significati e identità.  All’interno della realtà multiculturale di Agrigento e oltre, Spyrou suggerisce che illuminare l’«Altro» non è semplicemente un atto di contrasto, ma un gesto di riconoscimento e introspezione: uno spazio fluido dove le notti si distendono verso il giorno e come la luce abbagliante succede all’oscurità della notte e il cielo ha un colore diverso.

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