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Fringe benefit: cosa sono e perché sono importanti per i dipendenti e le aziende

Da un punto di vista strettamente tecnico si tratta di compensi in natura, poiché le aziende non li distribuiscono sotto forma di denaro

Pubblicato 10 ore fa

Capita spesso, quando si affronta la tematica del welfare aziendale, di imbattersi nei cosiddetti fringe benefit. Si tratta di un’espressione inglese che significa benefici accessori.

Da un punto di vista strettamente tecnico si tratta di compensi in natura, poiché le aziende non li distribuiscono sotto forma di denaro, bensì li erogano come beni o servizi. Nella pratica, si tratta di strumenti che un’azienda mette a disposizione dei propri dipendenti per migliorare il loro benessere psicofisico e favorire una migliore conciliazione tra vita privata e professionale, aumentando allo stesso tempo le motivazioni e riducendo lo stress.

Fringe benefit: alcuni esempi pratici

Per capire meglio i fringe benefit cosa sono, si può fare l’esempio dei Buoni Acquisto Pluxee, voucher di valore variabile utilizzabili in più di 22.000 punti vendita e negozi online convenzionati per acquistare beni e servizi di ogni genere: abbigliamento, prodotti alimentari, cosmetici, libri, prodotti elettronici, viaggi e tanto altro. I buoni acquisto sono deducibili al 100% per l’azienda e, entro i limiti previsti dalle attuali normative, sono esentasse per i dipendenti.

È importante sottolineare che questi voucher, per quanto diffusi, non sono gli unici fringe benefit che possono essere erogati ai dipendenti. Si devono per esempio ricordare i buoni pasto, le borse di studio (anche per i familiari), lo smartphone o l’auto aziendale in uso promiscuo, le polizze assicurative sanitarie, le agevolazioni nei prestiti ecc.

Gli aspetti fiscali relativi ai fringe benefit: la Legge di Bilancio 2025

L’erogazione dei fringe benefit è disciplinata dal nostro ordinamento giuridico e la Legge di Bilancio 2025 (Legge 30 dicembre 2024, n. 207) ha introdotto alcune novità al riguardo. In precedenza, la normativa prevedeva che i fringe benefit fossero esclusi dalla formazione del reddito da lavoro, qualora fossero risultati, nel periodo d’imposta di riferimento, globalmente inferiori a 258,23 euro.

Con la Legge di Bilancio 2024, il limite di esenzione è stato modificato:

  • 1.000 euro all’anno per i dipendenti senza figli a carico;
  • 2.000 euro all’anno per i dipendenti con figli a carico.

La Legge di Bilancio 2025 ha confermato queste soglie per un altro triennio: 2025-2027. È opportuno precisare che il superamento delle soglie comporta l’imposizione fiscale sul totale del valore dei beni e servizi erogati. Nel mese di ottobre 2025, alcuni organi di stampa a tiratura nazionale hanno riportato la notizia di un possibile raddoppio delle soglie citate (2.000 euro annui per i dipendenti senza figli a carico e 4.000 per quelli con figli a carico); si tratta però di “voci di corridoio” e si dovrà quindi attendere l’approvazione definitiva della prossima legge di bilancio (presumibilmente a fine dicembre 2025).

Perché i fringe benefit sono importanti per i dipendenti e le aziende?

L’adozione di misure di welfare aziendaleriveste una grande importanza non soltanto per i dipendenti, ma anche per l’azienda stessa.

Al di là del beneficio economico, l’erogazione di benefit contribuisce a migliorare la qualità della vita dei dipendenti e, di conseguenza, si ha un miglioramento del benessere psicofisico e del work-life balance (equilibrio lavoro/vita privata).

Per quanto riguarda le aziende, oltre ai benefici legati alla deducibilità delle spese, vi sono quelli relativi al miglioramento della produttività e del clima all’interno dell’ambiente di lavoro. Ciò porta a un maggiore attaccamento dei dipendenti all’azienda e contribuisce a ridurre il turnover aziendale e i costi relativi alla formazione di nuovo personale.

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