Raffadali

Raffadali, gli ex consiglieri comunali non ci stanno: “Nessun giudizio di merito”

Durissimo attacco di alcuni dei vecchi componenti del Consiglio comunale dopo una nota voluta dal Comune

Pubblicato 8 minuti fa

Gli ex consiglieri comunali di Raffadali, Salvatore Gazziano, Caterina Giglione, Domenico Tuttolomondo, Santino Cuffaro Farruggia, Maria Concetta Casalicchio, Salvatore Gacioppo e Paolina Sacco scendono in campo dopo la nota diramata dal legale di fiducia del Comune in merito alla dichiarazione di improcedibilità del ricorso straordinario presentato al presidente della Regione contro il commissariamento per la mancata approvazione dello strumento finanziario precisando che “nessun giudizio è stato dato sul merito e nessun parere è stato espresso dal Cga”.

“L’ordinanza a cui si fa riferimento – dicono – è una pronuncia che è intervenuta automaticamente per il semplice fatto che il sindaco ha deciso di proporre la trasposizione del ricorso al TAR e dunque questo implica l’improcedibilità del ricorso al Presidente della Regione. Gli stessi consiglieri volutamente, tenuto conto dell’imminente scadenza elettorale, hanno deciso di rinunciare al ricorso al TAR, lasciando volontariamente decorre il termine per la trasposizione del ricorso stesso. E’ opportuno semmai precisare che la scelta del sindaco ha un costo di circa diecimila euro che grava sulle tasche dei cittadini”.

I consiglieri sostengono che con il ricorso al Tar il sindaco abbia “definitivamente negato la possibilità che il Consiglio comunale venisse reintegrato nelle normali funzioni, lasciando fuori dalla rappresentanza consiliare i suoi stessi consiglieri”. Ma non è finita qui, perché gli ex consiglieri sostengono che “alla luce delle cronache politiche e giudiziarie che stanno emergendo nel corso delle ultime settimane, i fatti che hanno interessato il Consiglio comunale di Raffadali fanno parte di un modus operandi della gestione della cosa pubblica che aveva lo scopo di garantire un gruppo di potere ben strutturato e consolidato all’interno degli uffici regionali. Vogliamo ricordare che da circa un anno, il sindaco non aveva più una maggioranza consiliare a supporto e dunque lo scioglimento del Consiglio comunale era l’unico modo per continuare a gestire in maniera “indisturbata” il Comune”.

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