Agrigento

Agrigento, al via rassegna di cinema e libri al Museo Griffo

A cura di Beniamino Biondi

Pubblicato 2 anni fa

Inizia domani, giovedì 14 luglio alle ore 21:00, la prima delle due rassegne di cinema e libri (il secondo ciclo è previsto per agosto/settembre) nel suggestivo spazio del chiostro del Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo.

A cura di Beniamino Biondi, cui è affidata la scelta dei film e la presentazione critica al pubblico, con cadenza settimanale al giovedì, sono previsti tre classici film d’ambiente siciliano che muovono dai temi del grottesco all’impegno civile alla satira di costume: “Divorzio all’italiana” di Pietro Germi, “Segreti di stato” di Paolo Benvenuti e “Il mafioso” di Alberto Lattuada.

Dentro il più ampio cartellone delle iniziative estive organizzate dall’Ente Parco Valle dei Templi, questa rassegna costituisce la seconda edizioni di un ciclo di eventi culturali presso il Museo Griffo, dopo il grande successo di partecipazione riscontrato l’anno precedente e per cui si è voluto proseguire mantenendo un criterio di intrattenimento colto tra i valori del cinema d’autore e il giusto favore del pubblico.

Ringrazio il Direttore dell’Ente Parco, Arch. Roberto Sciarratta, per avere riconfermato senza indugio un percorso di eventi che ha ottenuto tanta fortuna durante la scorsa estate, facendone propri gli obiettivi culturali, e il Dirigente Responsabile del Museo, Dott. Giuseppe Avenia, per averne condiviso i contenuti e organizzato la logistica per una fruizione ottimale degli spettacoli.

Primo appuntamento giovedì 14 luglio alle ore 21:00, con il film “Divorzio all’italiana”, capolavoro di Pietro Germi interpretato da Marcello Mastroianni e Stefania Sandrelli.  Con questo film Pietro Germi, dai toni più drammatici dei primi film della sua carriera, passa alla commedia e alla satira. Il successo fu tale che fu proprio parafrasando il titolo di questo film che venne coniato il termine commedia all’italiana, che caratterizzò gran parte della produzione cinematografica italiana degli anni sessanta e settanta. Ne esce fuori un ironico e godibilissimo ritratto della mentalità e delle pulsioni di una certa Sicilia di provincia, soprattutto prendendo di mira con un sarcasmo a volte feroce due situazioni di arretratezza legislativa dell’Italia dell’epoca: la mancanza di una legge sul divorzio e soprattutto l’anacronistico articolo 587 del codice penale che regolava il delitto d’onore. Considerato uno dei migliori film della commedia all’italiana, costituirà un modello per molti altri film che negli anni successivi tenteranno di ritrarre ironicamente la mentalità e i costumi dell’Italia meridionale. Il film è stato inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare.

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