Agrigento

Agrigento, gli alunni dell’Anna Frank realizzano il “Faro dell’accoglienza”

L'opera è stata inaugurata durante il convegno 'Memoria. Accoglienza e Integrazione'

Pubblicato 2 anni fa

Gli studenti dell’Istituto comprensivo Anna Frank di Agrigento e quelli del Polo universitario, in un convegno ‘Memoria. Accoglienza e Integrazione’, si sono confrontarsi su aspetti fondamentali del fenomeno dei flussi migratori come quello della tutela dei diritti umani, della solidarietà e del dialogo interculturale.

“Come scuola coltiviamo da tanti anni il concetto di memoria. Oggi parliamo alle giovani generazioni per far si che si interroghino sul fenomeno della migrazione e dell’accoglienza”, dichiara Alfio Russo dirigente scolastico istituto Anna Frank di Agrigento.

Durante il convegno alcuni ragazzi, insieme a Pietro Bartolo, già Ufficiale sanitario di Lampedusa ed Europarlamentare, Vito Fiorino, testimone e soccorritore del naufragio del 3 Ottobre del 2013, Remon Karam, studente universitario immigrato in Italia e Fabio Alba, ricercatore di Pedagogia Generale dell’Università di Palermo, è stato scoperto il “Faro dell’accoglienza”.

 “Ancora bambini morti, vittime innocenti. Basta, fermiamo i trafficanti di morte, fermiamo questo orrore”. Lo ha detto l’eurodeputato S&D Pietro Bartolo commentando la tragedia avvenuta stamani al largo di Lampedusa a margine del convegno. “Nell’agenda politica ci sono almeno altre due priorità: lo stop al memorandum con la Libia che sta per scadere e il nuovo Patto della migrazione di cui stiamo discutendo al Parlamento Europeo. Su questo Patto si giocano i valori fondanti dell’Europa: il rispetto della vita e dei diritti umani. Facciamo in modo che ciò avvenga per tutti a prescindere dal colore della pelle e dalla religione“, ha concluso Bartolo.

L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto “Welcome Europe”, elaborato dalla ATS (Associazione Temporanea di Scopo) costituita tra diverse istituzioni scolastiche e il Comitato 3 Ottobre, costituitosi all’indomani del naufragio avvenuto nel 2013 al largo di Lampedusa in cui persero la vita 368 migranti, al fine di offrire alle nuove generazioni opportunità di riflessione e approfondimento sui temi dell’accoglienza, della memoria, delle migrazioni e dell’integrazione.

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