Agrigento

Aica, Siciliacque, la Regione e la “corsa del criceto”

La mossa di Schifani tampona la situazione del debito della consortile con il sovrambito, ma con l'obbligo di pagare il corrente e recuperare i fondi da Comuni e cittadini

Pubblicato 6 minuti fa

Pensate a un criceto.

Immaginate quel piccolo roditore rotondetto che sgambetta per la sua gabbia. Ad un certo punto entra in una classica ruota di quelle che vengono usate per consentire agli animaletti di dare sfogo alla propria energia. Il criceto sale e inizia a correre a perdifiato, immaginando praterie, prati e boschi, ma rimane esattamente nello stesso punto, prigioniero di una corsa senza fine.

Quella che abbiamo appena esposto è una metafora usata molto in economia. A utilizzarla per primo fu, in un suo libro, l’imprenditore Robert Kiyosaki: gli serviva per parlare di come, nella società capitalistica, i bisogni quotidiani ci spingano a spendere il denaro che abbiamo guadagnato con il lavoro, costringendoci quindi a cercare nuovo denaro. Una ruota, infinita.

Ora, al netto degli entusiasmi, Aica si trova esattamente su questa stessa ruota dopo l’annuncio di ieri del presidente della Regione Schifani di stanziare 20 milioni di euro per coprire parte del debito passato con Siciliacque. Corre sì, ma verso nulla.

Partiamo da cosa dice la bozza dell’emendamento che sarà portato in Aula per essere inserito nella finanziaria, perché al netto della bordata del governatore ai sindaci, che vengono individuati come principali responsabili della situazione (“le colpe dei sindaci non possono ricadere sui cittadini”) nel testo che sarà licenziato (forse) da Sala d’Ercole ci sono una serie di impegni e obblighi non di poco conto.

Ecco cosa dice: “Al fine di scongiurare pregiudizi per la salute e l’ordine pubblico e di assicurare la continuità del servizio idrico integrato nell’ambito territoriale di Agrigento da parte dell’azienda speciale consortile “A.I.C.A.-Azienda idrica Comuni Agrigentini”, la cui gestione rimane ancora pregiudicata da una carente riscossione della tariffa a carico dell’utenza finale e da mancati pagamenti da parte dei Comuni soci di somme dovute a vario titolo per il servizio, precludendo conseguentemente alla medesima di fare fronte con regolarità ai relativi costi, l’Assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità, Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti, è autorizzato, per gli esercizi finanziari 2026 e 2027, ad una erogazione straordinaria alla predetta Azienda consortile, a titolo di anticipazione, per un importo complessivo pari a 10.000 migliaia di euro per ciascun esercizio, secondo le modalità di cui ai commi successivi. L’erogazione straordinaria di cui al presente comma è vincolata al pagamento del servizio di acqua all’ingrosso già fatturato ad AICA alla data di entrata in vigore della presente legge”.

Al comma 2 si passa al come queste somme dovranno essere restituite alla Regione, sulla base di “un dettagliato piano finanziario di rimborso annuale approvato con decreto dell’Assessore regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità, da adottarsi entro trenta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, la cui efficacia inizia a decorrere trascorso un biennio dalla prima erogazione”. Aica decadrà dal beneficio della rateizzazione “se alla scadenza del biennio dalla prima erogazione, non ha completato l’attività necessaria a garantire la regolare riscossione della tariffa per il servizio da parte dell’utenza finale, ivi compresa la collocazione dei contatori” e se “non assicura il regolare adempimento dei pagamenti correnti”.

La sintesi è che quindi, al netto dei post entusiastici e delle note stampa di giubilo, Aica ha firmato un grosso mutuo con in più condizioni stringenti rispetto alla restituzione delle somme che non riguardano solo il pagamento, ma la sua stessa gestione.

Quale sarà la sostenibilità di tutto questo è da capirsi, ma dice molto la tiepida risposta da parte di Siciliacque, che con un nota fa sapere che “che ogni conseguente determinazione sulle forniture idriche al gestore agrigentino sarà presa dal Cda della società, che sta seguendo le evoluzioni della vicenda in costante contatto con le istituzioni interessate”. Insomma, sono pronti a dire “obbedisco” se lo chiederà Schifani, ma non sembrano aver superato i dubbi.

Così, si corre su una ruota senza fine, tra nuovi debiti e molte speranze, in attesa che, prima o poi, si possa davvero andare avanti.

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