Apertura

Aumento delle bollette idriche, i sindaci: “Necessario per salvare i bilanci dei Comuni”

Sono ventiquattro sindaci della provincia che hanno votato per l'adeguamento del 5,40% delle tariffe idriche nei confronti degli utenti

Pubblicato 16 minuti fa



Non abbiamo aumentato la tariffa per salvare Aica, ma abbiamo adottato l’adeguamento per salvaguardare i bilanci dei Comuni che sono soci di Aica. Un aumento che sarà di circa 12 euro all’anno per ogni famiglia, quindi un euro al mese”. Cosi il presidente dell’Ati idrico e sindaco di Montallegro, Giovanni Cirillo a margine di una conferenza alla presenza dei sindaci di Campobello di Licata, Agrigento, Montevago, Sciacca, San Biagio Platani, Grotte, Favara, Sambuca di Sicilia, Caltabellotta e Ravanusa per spiegare quali sono i motivi che hanno portato solo 24 su 43 sindaci dell’Ati ad adottare l’adeguamento del 5,40% delle tariffe idriche nei confronti degli utenti.

“Il problema crisi idrica resta e continua, ho detto più volte che bisogna intervenire sulle manutenzioni per permetterci di uscire dalla crisi, dobbiamo lavorare su questo verso e vedere se più in là la Regione ci dia dei fondi per risolvere questa problema”; ha chiuso il sindaco Cirillo.

Ma se da un lato ci sono i sindaci che pensano a salvaguardare i propri Comuni ed evitare il dissesto finanziario accettando un adeguamento delle tariffe, dall’altro lato ci sono comuni come Licata e Palma di Montechiaro che non hanno mai versato né la quota di capitale sociale, né la parte di ‘prestito ponte’ da 10 milioni di euro che la Regione (il governo in carica era quello guidato da Nello Musumeci) aveva messo a disposizione per l’avviamento della società consortile. Ed è per questo che il sindaco di Favara, Antonio Palumbo, ha proposto una mozione che prevede una limitazione del diritto di voto dei comuni morosi e un ridimensionamento dei servizi resi dall’azienda agli stessi. “Si tratta di una misura di equità sociale, dice Palumbo, finalizzata a ribadire il concetto che l’acqua pubblica sia, prima ancora che un diritto, una opportunità da tutelare con senso di responsabilità. Insieme ai sindaci Provvidenza e Termini, inoltre, abbiamo proposto ad Ati di inserire nel Piano d’ambito la questione della morosità dei Comuni, così che il tema divenga di portata strutturale e nessuno, anche in futuro, possa più fare il “furbo” alle spalle di altri cittadini.”

Per la Consulta di Aica, che nei giorni scorsi ha scritto al Prefetto di Agrigento, Salvatore Caccamo, “l’unica via giusta è applicare tariffe eque per tutti i Comuni dell’Ambito, basate sui reali consumi, sciogliere il nodo della gestione unica e della perimetrazione dell’Ambito, sciogliere il nodo dei consorzi illegittimi, sciogliere il nodo dell’approvvigionamento idrico da Siciliacque”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *