Agrigento

Mancano i neuroradiologici interventisti, muore di ictus cerebrale: la storia di Calogero Sinaguglia

L’ictus cerebrale è la seconda causa di morte, la prima causa di disabilità e la seconda causa di demenza. Nonostante la tecnologia avanzata tanto nella scienza quanto nella medicina, nel 2020 si continua a morire di ictus cerebrale se poi all’interno di un Ospedale, come quello di Agrigento, mancano i neuroradiologici interventisti, figura centrale nella […]

Pubblicato 4 anni fa

L’ictus
cerebrale è la seconda causa di morte, la prima causa di disabilità e la
seconda causa di demenza. Nonostante la tecnologia avanzata tanto nella scienza
quanto nella medicina, nel 2020 si continua a morire di ictus cerebrale se poi
all’interno di un Ospedale, come quello di Agrigento, mancano i neuroradiologici
interventisti, figura centrale nella gestione del paziente con ictus.

Ho perso mio fratello Calogero di 63 anni
vittima di un ictus severo, irreversibile. Mio fratello, sano senza altre
patologie, ha iniziato ad accusare dei lievi dolori, si è recato con le sue
gambe in ospedale e per otto giorni ha combattuto, ma non c’è stato nulla da
fare, è morto”.
A raccontarci questa storia è Domenico Sinaguglia che vuole
dare voce alla sua esperienza di dolore e vuole dare voce alle tante famiglie
che hanno perso un parente a causa di un ictus. “Lillo avrebbe potuto salvarsi se solo vi fossero dei neuroradiologi
interventisti, un presidio salva vita che l’ospedale di Agrigento non si cura
di aprire,
continua il signor Sinaguglia. Il mio non vuole essere un attacco contro la sanità, anzi devo
sottolineare che i medici del reparto di neurologia hanno fatto quello che
potevano, hanno dato l’assistenza necessaria a mio fratello, ma ripeto, forse
mio fratello si sarebbe salvato se ci fosse stata questa figura mancante.  Il  mio
vuole essere un appello ai tanti politici agrigentini, che debbono capire che
ciò che è accaduto a Lillo può accadere ai loro genitori, ai loro figli, ai
loro fratelli, a loro stessi.  Al
cittadino agrigentino deve essere garantito il diritto alla salute”.

Qualche
addietro i medici dell’Emodinamica dell’ospedale “San Giovanni di
Dio” diretti dal dottore Giuseppe Caramanno, sostituendosi di fatto alle
inesistenti ma necessarie figure professionali, i neuroradiologici interventisti
 hanno, con una angioplastica cerebrale,
salvato la vita di un paziente, 87enne, che, a causa dell’ictus cerebrale, era
già paralizzato sul lato sinistro e non parlava più.

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