Agrigento

Proroga indagini su militare Capitaneria: inchiesta si allarga

Il sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Chiara Bisso ha chiesto e ottenuto la proroga delle indagini nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto nel marzo scorso del sottufficiale della Capitaneria di Porto Luca Fresco, arrestato in flagranza di reato dopo uno scambio di denaro con la presunta vittima.  Sono il procuratore aggiunto Salvatore Vella e […]

Pubblicato 4 anni fa

Il sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Chiara Bisso ha chiesto e ottenuto la proroga delle indagini nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto nel marzo scorso del sottufficiale della Capitaneria di Porto Luca Fresco, arrestato in flagranza di reato dopo uno scambio di denaro con la presunta vittima. 

Sono il procuratore aggiunto Salvatore Vella e il sostituto Chiara Bisso che conducono le indagini. Si, perché le indagini, in realtà, come detto, non sono finite. Quelle sinora complessivamente svolte hanno messo a nudo una cruda verità: almeno una dozzina gli episodi di truffa e millantato credito venuta a galla. Oltre a promettere, ottenendo decine e decine di migliaia di euro, posti di lavoro e titoli specifici da far valere nell’ambito della professione all’interno del corpo delle Capitanerie di porto, Fresco era riuscito persino a vendere una decina di imbarcazioni della Capitaneria con annesso carrello risultata inesistente.

La contestazione che riguarda il militare è traffico di influenze illecite perché – testualmente – “il militare avrebbe promesso, in cambio di denaro, dei posti di lavoro e dei titoli professionali marittimi, millantando conoscenze importanti all’interno del corpo delle Capitanerie di porto e dell’autorità di sistema portuale di Palermo. In particolare, avrebbe chiesto – secondo quanto è stato ufficialmente ricostruito dalla Capitaneria di Porto Empedocle – grosse somme di denaro, a più soggetti, per delle assunzioni mai arrivate e delle abilitazioni e certificazioni mai rilasciate”.

Fresco, difeso dall’avvocato Raimondo Tripodo, attualmente è gravato dalla misura cautelare dell’obbligo di firma. 

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