Una nuova vita per l’ex carcere San Vito, al via il progetto di recupero
L'agenzia del Demanio ha affidato la struttura temporaneamente a Farm Cultural Park
Una nuova vita per l’ex carcere San Vito di Agrigento, chiuso dai fini degli anni novanta. Prima convento costruito nel 1432 per volontà del beato Matteo Cimarra, sede per oltre mezzo secolo dei Frati Minori Riformati fino all’acquisizione nel 1864 dello Stato che lo trasformò in “carcere duro”, oggi l’Agenzia del Demanio ha affidato la struttura in temporary use a Farm Cultural Park, che in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha avviato un progetto di recupero e valorizzazione trasformandolo in un nuovo centro di innovazione culturale, sociale e giovanile.
“Si riqualifica un luogo mistico e poi luogo di pena. Dopo 30 anni di inutilizzo oggi per questo immobile inizia una nuova vita che si apre alla città, che sviluppa i principi di rigenerazione urbana e culturale, e ci aiuta a capire come nel futuro può essere meglio utilizzato”; ha detto Silvano Alcamone direttore regionale dell’Agenzia del Demanio.
Fanno eco le parole di Florinda Sajeva fondatrice di Farm che ha dichiarato: “Da luogo di grande sofferenza a luogo di rinascita e costruzione di futuro, ed è proprio questo l’obiettivo vogliamo riaprire il portone di questa struttura alla comunità, al quartiere. Al momento l’affidamento è temporaneo, ma il nostro desiderio, è quello di trasformarlo in un centro culturale”.
Alla presentazione del progetto, oltre gli studenti del Politecnico di Milano, erano presenti Silvano Alcamone direttore regionale dell’Agenzia del Demanio, il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè, Andrea Bartoli di Farm Cultural Park; Giuseppe Parello, direttore generale di Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025, e la Soprintendenza dei Beni Culturali di Agrigento.
Il carcere ospiterà infatti da fine giugno tre padiglioni della quarta edizione di Countless Cities la Biennale delle Città del Mondo.