Aiutò Messina Denaro, arrestata professoressa di matematica e amante del boss
In manette l'insegnante Floriana Calcagno, professoressa di matematica che ha avuto una relazione con il latitante fino alla sua cattura
Continuano a riservare sorprese le indagini sulla latitanza di Matteo Messina Denaro. La Dda di Palermo ha chiesto e ottenuto l’arresto di una insegnante, Floriana Calcagno, 50 anni, che ha avuto una relazione con il latitante fino alla sua cattura ed è ora accusata di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena. Agli atti dell’inchiesta sono finite decine di foto, estrapolate dai sistemi di videosorveglianza, che la ritraggono in compagnia del capomafia e che riprendono Messina Denaro circolare per strada tranquillamente in auto. Il padrino, in alcuni scatti, indossa un cappello a tesa larga e un foulard rosso. A Calcagno i magistrati – il procuratore Maurizio de Lucia, l’aggiunto Paolo Guido e i pm Piero Padova e Gianluca De Leo- contestano, tra l’altro, di aver assicurato a Matteo Messina Denaro “sostegno logistico, aiuto e supporto morale e materiale, nel territorio di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Tre Fontane e in altre località della provincia di Trapani e di avergli assicurato, attraverso un sistema di staffetta e di scorta con la propria vettura, la possibilità di spostarsi da un comune all’altro in modo riservato”.
CHI È LA PROFESSORESSA DI MATEMATICA
Floriana Calcagno, la donna arrestata oggi per aver aiutato Matteo Messina Denaro durante la latitanza, è un’insegnante ed è la nipote del capomafia Francesco Luppino. Il marito, Paolo De Santo, è finito in prigione per il favoreggiamento di un altro mafioso: Calogero John Luppino. Calcagno si presentò in Procura spontaneamente il 21 gennaio del 2023, a soli 5 giorni dall’arresto di Messina Denaro. Al procuratore aggiunto Paolo Guido, che aveva coordinato l’indagine condotta dai carabinieri del Ros, che ha portato alla cattura del capomafia, raccontò di aver scoperto solo allora chi fosse l’uomo che per mesi aveva frequentato e con cui aveva avuto una relazione, sostenendo che a lei si era presentato col nome di Francesco Salsi e che le aveva detto di essere un anestesista in pensione. I due, sempre nel racconto di Calcagno, si sarebbero conosciuti nel 2022 in un supermercato a Campobello di Mazara. La donna, allora non indagata, raccontò che, dopo averlo rivisto in un paio di occasioni, sempre al supermercato e vicino alla scuola in cui lavorava, aveva iniziato una relazione con Messina Denaro che le aveva rivelato di essere malato di tumore e di stare affrontando la chemioterapia.Ai pm la Calcagno disse che in quel periodo viveva una crisi personale e coniugale, di essere andata una sola volta, nell’autunno del 2022, a casa dell’amante e di averlo poi sentito solo tramite messaggi e telefonate. Ma il ruolo di Calcagno negli ultimi due anni di latitanza del boss sarebbe stato ben altro.
LA GELOSIA TRADISCE LE DONNE DI MESSINA DENARO
Per ricostruire il ruolo avuto da Floriana Calcagno, l’insegnante arrestata oggi, nella latitanza di Matteo Messina Denaro sono stati fondamentali, oltre agli appunti trovati nel covo del capomafia, gli scritti indirizzati al boss da un’altra sua amante, la maestra Laura Bonafede, già condannata per associazione mafiosa. Nelle lettere per il ricercato la Bonafede indicava Calcagno con una serie di soprannomi, come “Handicap, Acchina o Sbrighisi”. Incrociandoli con altri elementi, come le immagini registrate da diverse videocamere che hanno immortalato episodi raccontati dalla Bonafede e relativi alla donna, gli inquirenti hanno capito chi si celasse dietro gli pesudonimi. Dal manoscritto trovato nel covo del ricercato emerge tutta la gelosia della Bonafede verso Calcagno. “Dici che Acchina ti aiuta come può. Ma cosa può fare per te?”, scriveva.”La frase di alto significato indiziante, faceva chiaramente intendere che il latitante in precedenza aveva confidato alla Bonafede- scrivono i pm – il ruolo svolto dalla Calcagno nel suo sistema di protezione, ruolo che consisteva nell’offrire ed adoperarsi su ‘cose fatte per lui'”. Nello scritto la maestra mostrava anche di non credere a quello che le aveva detto il latitante e cioè che la relazione con la Calcagno risalisse ad aprile 2022. “E poi ci sono date che non mi quadrano. Tu mi parli di aprile 2022″diceva. Bonafede sospettava che la storia tra i due fosse precedente. “E poi se ben ricordi ti disse che voleva parlarti già nell’agosto 2017, o l’hai dimenticato?”, scriveva. Sempre sfogando la sua gelosia verso l’altra, Bonafede commentava: “per ora se penso a Sbrighisi che passava con quella faccia compiaciuta, dopo essere stata con te, le bastonate gliele darei eccome”. Infine in uno scritto del 30 dicembre 2022, Bonafede raccontava al capomafia di aver visto uscire dalla “zona chiave”, il covo di Campobello di Mazara, proprio Calcagno. “Stavolta mi è cambiato l’umore, quella scena mi ha cambiato la giornata. Alle 11.40 circa ho visto Handicap che usciva dalla zona chiave, dritta come un palo e con una Louis Vitton sicuramente regalata da te. Regali borse come un distintivo? Fuck”, sbottava.