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Bruciano pasticceria su commissione, il ruolo dell’agrigentino Claudio Russo Introito

Gli inquirenti sospettano che gli odierni arrestati abbiano avuto un ruolo anche nei precedenti tre episodi che hanno avuto per vittima la stessa azienda. La gang stava programmando altro raid

Pubblicato 1 anno fa

A ottobre hanno appiccato un incendio a una pasticceria vicina a piazza Piola, nel quartiere di Città Studi, a Milano. Per questo una gang di cinque ragazzi tra i 18 e i 20 anni, è stata arrestata alle prime ore di oggi, tra il capoluogo lombardo e Agrigento, dai carabinieri del comando provinciale di Milano per i reati di incendio e danneggiamento aggravato.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa – fa sapere una nota dei carabinieri – dal Gip del Tribunale di Milano, su richiesta della locale Dda. Le indagini dei militari del nucleo investigativo di Milano, coordinate dalla Dda, sono iniziate dopo l’incendio doloso alla pasticceria, avvenuto lo scorso 19 ottobre. Dalla ricostruzione dei carabinieri, fatta anche attraverso attività tecniche e studio dei social network, pare che i cinque, tutti italiani, all’1.30 del 19 ottobre con un flessibile abbiano tagliato la saracinesca della pasticceria e versato all’interno una grande quantità di liquido infiammabile. Poi, appiccate le fiamme, che hanno distrutto il locale, sono scappati a bordo di un’auto a noleggio. La pasticceria, dove uno dei cinque era impiegato, era stata oggetto di altri due analoghi episodi nei mesi precedenti. Da quanto riferiscono i carabinieri, la gang si stava adoperando per programmare un altro raid con le stesse modalità.

Il quarto attentato ai danni sempre della stessa pasticceria. E ciò ha consigliato bene i militari dell’Arma e i pubblici ministeri ad affrettare la retata.

 Questa mattina, durante le perquisizioni dei cinque arrestati e di altri tre soggetti indirettamente coinvolti nell’incendio doloso, i militari hanno trovato i vestiti e il flessibile utilizzati durante l’incendio in pasticceria, oltre a circa 15 grammi di cocaina suddivisa in dosi, circa 45 grammi di hashish e materiale per il taglio e il confezionamento dello stupefacente, nella disponibilità di un fiancheggiatore della gang. Una pistola scacciacani priva del tappo rosso, inoltre, è stata trovata in casa di uno degli indagati. I cinque arrestati sono stati condotti presso le case circondariali di Milano – San Vittore e di Agrigento.

In tutta questa complessa vicenda assume un ruolo principale  Claudio Pio Russo Introito, 20 anni di Agrigento e residente nella zona di Villaggio Mosè. Per gli inquirenti avrebbe avuto un ruolo apicale almeno nell’ultima “missione” intimidatrice avendo affittato l’auto usata per compiere la spedizione criminale e per aver effettuato i sopralluoghi poco prima di appiccare il fuoco.

Scrive il Gip nel capo di imputazione: “perché, in concorso fra loro, e su disposizione di ignoti mandanti, nottetempo, in condizioni di minorata  difesa, dopo aver praticato un taglio nella saracinesca dell’esercizio pasticceria omissis, con un flessibile a batteria, prestato dietro compenso da Mattia Salvatore Sculamieri (non arrestato), versavano all’interno dell’esercizio commerciale una notevole quantità di liquido incendiario, appiccandovi fuoco; così operando cagionavano un incendio che devastava completamente l’esercizio commerciale, venendo quindi domate le fiamme dai vigili del fuoco, ricevendo Stilo, Ventura, Dennis Picarella (palermitano di 19 anni) e Affinito dagli ignoti mandanti compenso quale prezzo del reato commesso, dandosi tutti alla fuga a bordo dell’autovettura Dacia noleggiata da Russo Introito presso Zity e che li aveva precedentemente portati in luogo, avendo altresì compiuto giri di perlustrazione”.

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