Coronavirus, l’empedoclino Cortelli racconta la sua battaglia (ft e vd)
Mancano meno di 36 ore all’inizio della Fase 2. In tutta Italia i guariti da Coronavirus sono in aumento. Questo dato lascia ben sperare l’intera popolazione della penisola, la quale, però, non deve abbassare la guardia e rispettare le dovute precauzioni. Il bollettino emanato questo pomeriggio dalla Regione Siciliana stabilisce che in Sicilia il numero […]
Mancano meno di 36 ore all’inizio della Fase 2.
In tutta Italia i guariti da Coronavirus sono in aumento. Questo dato lascia ben sperare l’intera popolazione della penisola, la quale, però, non deve abbassare la guardia e rispettare le dovute precauzioni. Il bollettino emanato questo pomeriggio dalla Regione Siciliana stabilisce che in Sicilia il numero totale dei contagi ammonta a 3213 , quello dei pazienti guariti a 787, quello dei pazienti in isolamento a 1760.

Tra questi ultimi figura il 55enne empedoclino Tommaso Cortelli. Alessandro La Rosa ha intervistato “virtualmente” il signor Cortelli domandandogli come ha affrontato fase critica della battaglia contro il Coronavirus e cosa raccomanda ai suoi concittadini in vista della fase 2.
Signor Cortelli, per prima cosa le chiedo come sta.
<<Finalmente, dopo tante sofferenze, posso dire di stare bene. Ancora non è arrivato l’esito negativo dai vari tamponi, ma i medici mi riferiscono che il virus è ogni giorno più debole.>>
In quali strutture ospedaliere ha trascorso la degenza?
<<Ho trascorso il periodo di ricovero prima al San Giovanni di Dio di Agrigento, poi al Sant’Elia di Caltanissetta e adesso in una residenza sanitaria assistenziale nei pressi del Sant’Elia.>>
Ci racconti la sua battaglia contro il Covid-19.
<<Combattevo giorno e notte senza chiudere occhio. La sera del 31 marzo percepii i sintomi della malattia, per cui decisi di andare al Pronto Soccorso del San Giovanni di Dio. Dopo gli accertamenti di routine, fui ricoverato. La mattina del 1° di aprile avvertii i primi problemi respiratori, ragion per cui mi assegnarono una maschera che mi aiutasse a respirare. A causa dell’impossibilità a respirare provai la peggiore sensazione della mia vita. Poche ore dopo la dottoressa di turno – che ringrazio infinitamente, ma di cui non ricordo il nome – , essendosi accorta che lo strumento non era in grado di aiutarmi nella respirazione, decise di farmi indossare un respiratore simile ad un casco. Mi sembrava che la mia testa fosse schiacciata da un compressore. Il 3 aprile fui trasferito al Sant’Elia di Caltanissetta. Da quel giorno fino alla dimissione dal reparto di malattie infettive ricordo poco. Dal 29 aprile alloggio in una rsa.>>
La sua dimissione dal reparto di malattie infettive è avvenuta il 12 aprile, la domenica di Pasqua. Che rapporto ha maturato con la religione durante i circa 10 giorni in terapia intensiva?
<<Ogni giorno morivano pazienti che poche ore prima erano al mio fianco e nelle mie stesse condizioni. Ho pregato costantemente non soltanto per me, ma anche per i miei vicini di letto, per i medici e per i miei familiari.>>
Qual era l’emozione o l’affetto che le è mancato maggiormente?
<<Mi mancavano tutti i miei familiari. L’emozione di cui ho sentito maggiormente la mancanza è stato l’abbraccio di mio nipote Tommaso.>>
Lei è stato il primo paziente dimesso dalla terapia intensiva al Sant’Elia. La sua dimissione ha suscitato commozione nei medici che l’hanno assistita. Ha fatto amicizia con qualcuno di loro?
<<Sì, li reputo uguali agli angeli. Ai miei nuovi amici ho promesso che non appena sarà finita questa pandemia li inviterò a cena a Porto Empedocle.>>
Mancano meno di 36 ore all’inizio della fase 2. Cosa raccomanda ai cittadini, in particolare agli empedoclini?
<<Prima o poi la fase 2 sarebbe arrivata. Io consiglio la massima attenzione alle disposizioni vigenti per evitare una nuova ondata di contagio. Non auguro a nessuno i momenti terribili che ho attraversato. La vita è il dono migliore che si possa ricevere, e non vale la pena sprecarla per non rispettare le raccomandazioni dei medici. Prego Dio affinché i ricercatori trovino un vaccino il prima possibile.>>