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Dopo la condanna anche la misura di prevenzione: chiesti 4 anni di sorveglianza speciale per Angela Porcello

Con 37 pagine di richiesta depositate lo scorso 12 maggio, quindi senza attendere la sentenza di primo grado, i pubblici ministeri mettono un altro tassello di chiarezza nel complicato puzzle originato dall’inchiesta Xydi

Pubblicato 1 anno fa

Quattro anni sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza nonchè versamento alla Cassa delle ammende una somma, a titolo di cauzione, di entità tale che, tenuto conto anche delle sue condizioni economiche e dei provvedimenti adottati a norma dell’art. 22, costituisca un’efficace remora alla violazione delle prescrizioni imposte.

E’ questa la proposta di misura di prevenzione già avanzata al Tribunale di Palermo – Sezione misure di prevenzione – dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo (procuratore aggiunto Marfzia Sabella e sostituti, Claudio Camilleri e Francesca Dessì) nei confronti dell’ex avvocato Angela Porcello appena condannata ad oltre 15 anni di carcere per aver fatto parte della mafia agrigentina con ruoli di promotore e comando.

Con 37 pagine di richiesta depositate lo scorso 12 maggio, quindi senza attendere la sentenza di primo grado, i pubblici ministeri mettono un altro tassello di chiarezza nel complicato puzzle originato dall’inchiesta Xydi che ha portato alla sbarra i personaggi più influenti del mandamento di Canicattì, tra i quali l’ex compagno di vita della ex penalista, Giancarlo Buggea.

A nulla sono valsi i tentativi di Angela Porcello di dichiararsi pronta a collaborare, anticipando dichiarazioni fortemente etero ed autoaccusatorie che, tuttavia, per gli inquirenti rappresentano ben poco rispetto alle cose già a loro note e per questa ragione hanno formulato una prognosi nettamente negativa rispetto alla volontà di collaborazione con la giustizia dell’avvocato canicattinese.

E nella loro richiesta odierna, alimentata per larghi tratti dalle ragioni del provvedimento di fermo eseguito il 2 febbraio 2021, i pubblici ministeri della Dda non usano mezzi termini e affermano: “Dovendo applicarsi misure di prevenzione personali, si evidenzia l’attualità della pericolosità del proposto, che emerge dai seguenti elementi: non vi è alcun elemento che deponga per il recesso del proposto dalla organizzazione criminale; non ha mai collaborato con l’autorità giudiziaria; è rimasto per un ampio lasso di tempo nel territorio di appartenenza; sono state accertate strette relazioni con esponenti di spicco di Cosa Nostra; le condotte non possono dirsi cosi risalenti da escluderne o eliderne l’attuale pericolosità sociale, atteso che è indagato per associazione mafiosa per reati commessi dal 2018 e sino al 02.02.2021 (data arresto); è vicino agli ambienti mafiosi già dall’anno 2014 quando ha iniziato una relazione sentimentale con l’uomo d’onore Giancarlo Buggea del mandamento di Canicattì, già condannato per partecipazione all’associazione mafiosa.

Durissimi i giudizi ricavati dall’esame delle carte e dalle investigazioni: “Angela Porcello, indossando la toga, svolgeva il difficile e pericoloso di associato mafioso che tentava di ordire congiure, costruire a tavolino piste investigative strumentali ad una fazione di Cosa nostra, studiare e organizzare strategie interne al mandamento mafioso.

L’ex penalista per l’accusa avrebbe “messo a disposizione non solo la sua capacità professionale ma anche il proprio studio legale per consentire lo svolgimento di veri e propri summit mafiosi ai quali partecipava personalmente avendo consapevolezza delle garanzie riservate dallo Stato agli avvocati nell’esercizio delle proprie funzioni. Ed è quest’ultimo aspetto che viene rimarcato all’infinito dai magistrati inquirenti:”… garanzie che cessavano definitivamente allorquando già all’inizio dell’indagine si era compreso che la Porcello aveva deciso di dismettere la toga  ed indossare i panni della sodale mafiosa assurgendo piano piano addirittura di vera e propria organizzatrice del mandamento mafioso di Canicattì.

L’udienza camerale del Tribunale di Palermo – Sezione misure di prevenzione- per esaminare la proposta della Dda è prevista per gennaio 2023.

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