Droga sull’asse Palermo-Canicattì, 49enne si avvale della facoltà di non rispondere
Il canicattinese è accusato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e di numerosi episodi di detenzione di droga
Si è avvalso della facoltà di non rispondere Calogerino Sacheli, il quarantanovenne di Canicattì arrestato negli scorsi giorni nel blitz della Squadra mobile che ipotizza un vasto traffico di sostanze stupefacenti in tutta la Sicilia occidentale. L’uomo, difeso dall’avvocato Giuseppe Barba, è comparso davanti il gip del tribunale di Palermo Lirio Conti scegliendo la via del silenzio. Il canicattinese è accusato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e di numerosi episodi di detenzione di droga.
Per gli inquirenti – i pm Giacomo Brandini e Alessandro Macaluso – il ruolo di Sacheli sarebbe tutt’altro che marginale. Anzi, gli viene contestata la partecipazione al presunto gruppo criminale dedito al commercio di ingenti carichi di stupefacenti e in particolare nella qualità “di gestore dei diversi acquirenti nella provincia di Agrigento”.
Le indagini sono di fatto la naturale prosecuzione di un’attività investigativa svolta nel 2020 che cristallizzava un fiorente traffico di droga tra le province di Palermo e Agrigento. L’arresto di un corriere nel luglio 2020, inoltre, ha permesso agli investigatori non soltanto di sequestrare 3 chili di hashish ma di estrapolare e sviluppare il contenuto del cellulare in uso all’uomo. Da questo episodio si sarebbe, dunque, aperto un mondo: un filo rosso che collegava una fitta rete di spacciatori, numeri, messaggi, contatti. Si arriva così alla figura di Giuseppe Bronte, noto trafficante palermitano, ritenuto il capo dell’intera organizzazione e certamente il personaggio con maggiore caratura criminale anche alla luce del suo coinvolgimento in diverse operazioni (“Lampedusa”, “Tiro Mancino”).
E sarebbe stato proprio Bronte il fornitore di Sacheli. Numerosi i contatti tra loro così come ingenti sarebbero le partite di droga acquistate. Tra il febbraio e l’aprile 2021 – secondo quanto ricostruito dagli investigatori – almeno sette tra promesse e quelle poi effettivamente concretizzate. Si parla di oltre 25 chili di hashish e 3 chili di cocaina.