Apertura

Il clan di Villaseta e la droga ai mandamenti mafiosi di Palermo: inchiesta approda al Riesame 

L’inchiesta ha coinvolto anche i vertici della mafia agrigentina di Villaseta accusata di essere tra i principali fornitori di droga delle cosche palermitane

Pubblicato 3 settimane fa

L’inchiesta che ha smantellato quattro mandamenti mafiosi di Palermo, facendo luce anche sul ruolo da protagonista della cosca di Villaseta nelle rotte del traffico di stupefacenti, approda al Riesame. I vertici del clan agrigentino hanno avanzato ricorso al tribunale della Libertà chiedendo l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Palermo tre settimane fa. Si tratta di Pietro Capraro, considerato il capo della famiglia di Villaseta (difeso dall’avvocato Carmelita Danile); Gabriele Minio (difeso dall’avvocato Ninni Giardina), ritenuto uomo d’onore della stessa cosca e Gaetano Licata (difeso dall’avvocato Salvatore Cusumano), braccio destro del capomafia.

Le posizioni di tutti, ad esclusione di quest’ultimo che ha rinunciato al ricorso, sono state discusse tra ieri e oggi. Nelle prossime ore i giudici si esprimeranno sull’eventuale conferma delle misure cautelari. La maxi operazione, scattata l’11 febbraio scorso, portò all’arresto di 181 persone decapitando quattro storici mandamenti di Cosa nostra palermitana.

L’inchiesta ha coinvolto anche i vertici della mafia agrigentina di Villaseta consegnando due importanti dati: Il primo è il ruolo da protagonista che la famiglia mafiosa di Villaseta si è ritagliato nelle rotte del narcotraffico siciliano, diventando almeno negli ultimi due anni il principale fornitore di stupefacenti di molte delle storiche cosche palermitane. Una circostanza singolare, per certi versi anomala. La droga da Agrigento arrivava nel cuore del capoluogo siciliano e non viceversa come spesso accaduto in passato. Il secondo elemento che emerge è di altrettanto rilievo e riguarda i rapporti che la cosca di Villaseta era riuscita a tessere con esponenti di primissimo piano di Cosa nostra palermitana. Il clan di Villaseta, secondo la Dda di Palermo, era diventato il principale rifornitore di stupefacente nel capoluogo siciliano. Un vorticoso giro di affari con una triangolazione Agrigento–Calabria–Palermo. La cosca agrigentina vendeva la droga agli storici mandamenti palermitani: Brancaccio, Porta Nuova e, soprattutto, Tommaso Natale/San Lorenzo per un giro di affari di quasi mezzo milione di euro. 

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *