Inchiesta Passepartout, deputata interrogata due ore dai pm: “Ho sbagliato a fidarmi di Nicosia”
E’ arrivata al Palazzo di Giustizia di Palermo accompagnata dal proprio avvocato nonostante sia stata convocato attualmente quale persona informata sui fatta. La deputata Giusy Occhionero, un passato con Liberi e Uguali dell’ex procuratore antimafia Pietro Grasso e oggi nel partito Italia Viva di Matteo Renzi, è stata interrogata per circa due ore dagli inquirenti […]
E’ arrivata al Palazzo di Giustizia di Palermo accompagnata dal proprio avvocato nonostante sia stata convocato attualmente quale persona informata sui fatta. La deputata Giusy Occhionero, un passato con Liberi e Uguali dell’ex procuratore antimafia Pietro Grasso e oggi nel partito Italia Viva di Matteo Renzi, è stata interrogata per circa due ore dagli inquirenti della Dda di Palermo.
La parlamentare ha risposto alle domande dei magistrati antimafia che hanno condotto l’operazione “Passepartout” che ha portato al fermo di cinque persone la scorsa notte a Sciacca: “Ho sbagliato a fidarmi ciecamente di Antonello Nicosia”.
Secondo l’accusa Antonello Nicosia è un membro della famiglia mafiosa di Sciacca che è riuscito ad infiltrarsi fino a sfruttare la possibilità che hanno gli onorevoli di poter girare le carceri italiane per verificare le condizioni dei detenuti. Ed è proprio questo quello che avrebbe fatto: veicolato messaggi tra detenuti di spessore criminale: da Filippo Guttadauro, cognato di Matteo Messina Denaro, a Santo Sacco, ex sindacalista condannato definitivamente per aver fatto parte del clan del latitante di Castelvetrano.
All’uscita dal Palazzo di Giustizia la deputata Occhionero non ha risposto ai giornalisti che la attendevano “per rispetto della magistratura”. L’inchiesta è coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai sostituto Gery Ferrara e Francesca Dessì.
