Interdittiva antimafia a Hydortecne: “Rischio infiltrazione trasmessa per contagio”
Dopo l’interdittiva antimafia recapitata a Girgenti Acque lo scorso novembre anche la “controllata” Hydortecne srl è stata raggiunta dallo stesso provvedimento interdittivo. Un rischio di infiltrazione della criminalità organizzata trasmessa “per contagio” dalla stessa Girgenti Acque. E l’interdittiva – approvata al termine di un parere favorevole espresso all’unanimità – traccia un legame mai spezzato tra […]
Dopo l’interdittiva antimafia recapitata a Girgenti Acque lo scorso novembre anche la “controllata” Hydortecne srl è stata raggiunta dallo stesso provvedimento interdittivo. Un rischio di infiltrazione della criminalità organizzata trasmessa “per contagio” dalla stessa Girgenti Acque.
E l’interdittiva – approvata al termine di un parere favorevole espresso all’unanimità – traccia un legame mai spezzato tra le due aziende.
Il provvedimento concentra gli sforzi del Gruppo Ispettivo Misto nella gestione di Hydortecne, la cui “intera attività è stata pilotata dagli organi della controllante” –ipotizzandone anche il perché – cioè a dire “quello di eludere le norme sul subappalto e relative autorizzazioni”.
Inevitabilmente l’interdittiva antimafia ha ricostruito i rapporti “di massima fiducia” tra l’ormai ex presidente di Girgenti Acque, Marco Campione, e Pietro Arnone, amministratore unico di Hydortecne. Una ricostruzione storica di “intrecci pericolosi” che vanno a ritroso fino al “sistema del tavolino”, il cui “principale attore” fu quel Filippo Salamone, imprenditore socio dell’Impresem condannato nel 2007 per concorso esterno in associazione mafiosa, e la ricompensazione del suo patrimonio, finito in parte a Campione, in cui Pietro Arnone ha svolto ruolo di mediazione.