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Lavoratori sfruttati nei campi dell’agrigentino: chieste 6 condanne

Il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha avanzato la richiesta di condanna nei confronti di sei persone coinvolte nell’inchiesta Ponos, eseguita dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento nel novembre scorso, che avrebbe fatto luce su un’associazione a delinquere con a capo madre e figlia di origine slovacca dedita allo sfruttamento dei […]

Pubblicato 5 anni fa

Il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha avanzato la richiesta di condanna nei confronti di sei persone coinvolte nell’inchiesta Ponos, eseguita dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento nel novembre scorso, che avrebbe fatto luce su un’associazione a delinquere con a capo madre e figlia di origine slovacca dedita allo sfruttamento dei lavorati nei campi agrigentini, tra Campobello di Licata e Ravanusa.  

Sei le richieste di condanna del pm: 12 anni di reclusione per Vera Cicakova, 59 anni, e la figlia Veronika, 37 anni, in quanto promotrici dell’associazione; 6 anni di reclusione sono stati avanzati nei confronti di Neculai Stan, 62 anni; 3 anni, invece, la pena richiesta per l’empedoclino Emiliano Lombardino, 46 anni; 3 anni e 6 mesi sono stati chiesti per  Rosario Burgio, 42 anni, di San Cataldo; per Giovanni Gurrisi, 41 anni di Agrigento, la pena richiesta è di 5 anni di reclusione.

Nell’inchiesta erano coinvolti anche Rosario Ninfosì, 52 anni di Palma di Montechiaro (che ha patteggiato la pena) e Vasile Mihu di 43 anni che ha scelto invece la via del processo con rito ordinario. 

L’operazione, in un primo momento coordinata dalla Procura di Agrigento e in seconda battuta ereditata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, portò al fermo di otto persone. Le investigazioni, svolte con numerosissimi servizi di pedinamento e con un complesso sistema di intercettazione e di riprese video, hanno svelato l’esistenza di una complessa organizzazione che sfruttava senza scrupoli manodopera extracomunitaria per lavori agricoli di vario tipo su tutto il territorio agrigentino e anche oltre. Un fenomeno di caporalato, insomma articolato e con una solida struttura verticistica, che vedeva, come capi promotori cd organizzatori, due donne di origine slovacca, madre e figlia.

Il processo si celebra davanti il gup del Tribunale di Palermo Rosario Di Gioia. Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Daniele Re e Francesco Scopelliti.

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