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L’omicidio dell’impiegato di Raffadali, definitiva la condanna a 30 anni per Angelo D’Antona 

Diventa definitiva la condanna per il quarantenne di Raffadali, ritenuto uno degli esecutori dell’omicidio dell’ex impiegato comunale Pasquale Mangione

Pubblicato 2 ore fa

Diventa definitiva la condanna a 30 anni di reclusione nei confronti di Angelo D’Antona per l’omicidio dell’ex impiegato del Comune di Raffadali Pasquale Mangione. Il pensionato venne ucciso il 2 dicembre 2011 nelle campagne di contrada Modaccamo. Lo hanno stabilito i giudici della Corte di Cassazione rigettando il ricorso avanzato dalla difesa. Angelo D’Antona, quarantenne di Raffadali, è ritenuto uno degli esecutori materiali del delitto. Il sigillo definitivo arriva a conclusione di un iter giudiziario lungo e complesso. 

L’imputato era stato condannato in primo grado a 30 anni di reclusione. In appello, invece, i giudici avevano escluso l’aggravante della premeditazione dimezzando così la pena inflitta. La Cassazione era intervenuta annullando quest’ultimo verdetto e disponendo quindi un altro processo davanti ad una diversa sezione penale della Corte di appello. Nel processo di secondo grado-bis a D’Antona erano stati inflitti 30 anni di reclusione. Condanna che adesso diventa definitiva con il pronunciamento della Cassazione. 

L’omicidio di Pasquale Mangione è stato un vero e proprio cold case svelato a distanza di quasi dieci anni grazie (anche) alle dichiarazioni di uno degli organizzatori del delitto. Sono state le dichiarazioni di Antonino Mangione (deceduto negli scorsi mesi) a dare una svolta alle indagini della Squadra mobile. Ad uccidere il pensionato sarebbero stati Angelo D’Antona e Roberto Lampasona. Quest’ultimo, a differenza del primo, ha scelto la via del rito ordinario ed è stato condannato all’ergastolo ed è in attesa del giudizio di appello. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile rappresentati dall’avvocato Samantha Borsellino. Angelo D’Antona è difeso dall’avvocato Teresa Alba Raguccia mentre Roberto Lampasona dagli avvocati Antonino Gaziano e Salvatore Manganello. 

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