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“Mosaico”, Procura ricorre contro assoluzione di Calogero Bellavia per l’omicidio Jakelich

La procura generale di Palermo ricorre in Cassazione e chiede di annullare l'assoluzione di Bellavia relativamente ad un omicidio e ad un tentato omicidio nella faida Favara-Liegi

Pubblicato 2 anni fa

La procura generale di Palermo ha impugnato l’assoluzione disposta dalla Corte di Assise di Appello di Palermo nei confronti di Calogero Bellavia, 35 anni, di Favara, relativamente all’omicidio di Mario Jakelich e al tentato omicidio di Maurizio Distefano, avvenuti il 14 settembre 2016 in Belgio. Il sostituto procuratore generale Maria Teresa Maligno, con un ricorso depositato lo scorso 28 dicembre, chiede alla Cassazione di annullare non soltanto l’assoluzione di Bellavia per l’omicidio Jakelich e il tentato omicidio Distefano ma anche l’ordinanza con la quale i giudici della seconda sezione della Corte di Assise di Appello di Palermo, presieduta da Angelo Pellino, avevano rigettato la richiesta di audizione del collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta. 

La vicenda è quella legata all’inchiesta Mosaico, l’operazione della Squadra mobile che fece luce su una sanguinosa faida tra Favara e Liegi caratterizzata da tre omicidi e altrettanti agguati falliti. I giudici della Corte di Assise di Appello sette mesi fa ribaltarono la sentenza di primo grado, cancellando due ergastoli precedentemente inflitti e riducendo sensibilmente le pene agli imputati. Come nel caso di Calogero Bellavia che in primo grado prese l’ergastolo per poi essere condannato a 20 anni di reclusione in Appello “soltanto” per il duplice tentato omicidio di Carmelo Nicotra e Maurizio Distefano, avvenuto il 23 maggio 2017 in via Torino a Favara. Bellavia fu assolto, invece, per l’omicidio di Mario Jakelich e il tentato omicidio di Maurizio Distefano, bersagli di un agguato il 14 settembre 2016 a Liegi, in Belgio.  

La procura generale di Palermo adesso chiede alla Corte di Cassazione di annullare proprio questa assoluzione alla luce anche delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta rese il 30 marzo scorso nel processo a carico di Carmelo Vardaro che si sta celebrando davanti la Corte di Assise di Agrigento. Il sostituto procuratore Maria Teresa Maligno scrive nel ricorso: “Un’attenta lettura delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia fuga ogni dubbio in ordine alla individuazione di Calogero Bellavia come il soggetto indicatogli da Emanuele Ferraro (deceduto in un agguato l’8 marzo 2018) che avrebbe preso parte al commando omicidiario alla presenza di Carmelo Vardaro e altri soggetti. Pertanto le citate dichiarazioni, se correttamente inquadrate nel contesto probatorio di riferimento, avrebbero consentito di riscontrare gli elementi indiziari già analiticamente individuati dal giudice di primo grado e accuratamente riportati nella sentenza impugnata”

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