Operazione “Buche d’oro”: manette per tre funzionari dell’Anas (ft e vd)
Su richiesta della Procura distrettuale della Repubblica ieri il Gip del Tribunale di Catania ha convalidato gli arresti in flagranza di reato operati dai finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Catania nei confronti di tre dipendenti dell’A.N.A.S. SPA (Area Compartimentale di Catania) per l’ipotesi delittuosa di corruzione, emettendo la misura cautelare della […]
Su
richiesta della Procura distrettuale della Repubblica ieri il Gip del Tribunale
di Catania ha convalidato gli arresti in flagranza di reato operati dai finanzieri
del comando provinciale della Guardia di Finanza di Catania nei confronti di
tre dipendenti dell’A.N.A.S. SPA (Area Compartimentale di Catania) per l’ipotesi
delittuosa di corruzione, emettendo la misura cautelare della custodia in
carcere nei confronti di Riccardo Carmelo Contino e Giuseppe
Panzica e quella degli arresti domiciliari nei confronti di Giuseppe Romano.
Gli arresti operati dal Nucleo di polizia economico- finanziaria di Catania (Gruppo tutela finanza pubblica) s’inseriscono in una più ampia investigazione, delegata e coordinata dalla Procura, orientata a disvelare l’esistenza di rodati circuiti corruttivi all’interno dell’A.N.A.S. di Catania che vedono coinvolti funzionari responsabili della manutenzione programmata di strade e raccordi della Sicilia orientale e imprenditori compiacenti.
La più ampia indagine è finalizzata a individuare gli appalti pubblici oggetto di dazioni di denaro in contanti operate da imprese affidatarie corruttrici, le quali eseguendo le opere assegnate loro senza rispettare i capitolati tecnici traevano un profitto criminale (anche fino al 20% del valore dei lavori appaltati) condividendolo con i funzionari corrotti dell’A.N.A.S. preposti ai controlli di sicurezza della fase esecutiva e al corretto stato di avanzamento dei lavori (S.A.L.).
Proprio
il rilascio dell’illecita certificazione del S.A.L. determinava le dazioni di
denaro dell’imprenditore corrotto a favore del sodalizio di funzionari A.N.A.S.
competenti per la vigilanza sull’arteria interessata dai lavori pubblici. Sono
stati tratti in arresto e condotti in carcere: geom. Riccardo Carmelo Contino,
51 anni, capo centro manutenzione D presso l’A.N.A.S. – Area tecnica
compartimentale di Catania, competente alla manutenzione ordinaria e
straordinaria delle seguenti arterie stradali: SS 114 Orientale Sicula,
SS114dir, A18dir (diramazione San Gregorio-Catania), RA 15 (Raccordo
Autostradale di Catania), A01 (Autostrada Catania-Siracusa), SS 194 (Ragusana),
SS 193 di Augusta (SR); Contino ha anche ricoperto l’incarico di direttore dei
Lavori relativamente ai “lavori di risanamento della sovrastruttura stradale dal
Km. 108+750 al Km. 122+00”; geom. Giuseppe Panzica, 48 anni, capo nucleo
B del Centro di manutenzione D dell’Area tecnica compartimentale di A.N.A.S.
Catania, competente alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle seguenti
arterie stradali: SS 114 Orientale Sicula, A01 (Autostrada Catania-Siracusa),
SS 193 di Augusta (SR); Panzica ha ricoperto l’incarico di collaboratore nella direzione
dei lavori relativamente ai “lavori di risanamento della sovrastruttura
stradale presso SS 114 (Orientale Sicula) da Km. 130,00 al Km. 154,66”;
Rimane, quindi, agli arresti domiciliari, l’ing. Giuseppe Romano, 48 anni, responsabile manutenzione programmata dell’Area tecnica compartimentale di A.N.A.S. Catania, R.U.P. dei lavori pubblici oggetto d’indagine, il quale ha reso un’ampia confessione disvelando la rete corruttiva nella quale erano coinvolti anche altri funzionari dell’ANAS e numerosi imprenditori.
Nel corso delle perquisizioni effettuate dai Finanzieri del Nucleo presso la sede A.N.A.S. di Catania e i domicili degli arrestati sono stati rinvenuti e sequestrati contanti per 25.000 euro circa, denaro direttamente riconducibile alle più recenti dazioni corruttrici. Le meticolose e celeri investigazioni condotte dai Finanzieri del Nucleo P.E.F. di Catania, sviluppate anche attraverso l’esecuzione di intercettazioni ambientali e accertamenti bancari, hanno fatto registrare, in data 17 u.s., un eclatante fatto di corruzione perpetratosi negli uffici dell’A.N.A.S. di Catania dove un imprenditore nisseno consegnava al geometra Panzica, nell’ufficio di Contino, una busta contenente 10.000 euro in contanti oggetto di successiva frenetica ripartizione tra i 3 arrestati.
Le
relazioni tra i pubblici ufficiali, dipendenti A.N.A.S. e le imprese
affidatarie dei lavori (anche in subappalto) appaiono confidenziali e compiacenti,
in aperto dispregio dei rilevanti interessi pubblici in gioco consistenti, nel
caso specifico, nella perfetta realizzazione delle opere di manutenzione dei
tratti stradali, la cui sicurezza è affidata allaloro responsabilità.
In una
conversazione intercettata poco prima degli arresti, l’imprenditore corruttore,
dialogando con Panzica, dopo avergli palesato crescenti difficoltà nel reperire
agevolmente denaro contante anche per l’esistenza di controlli anti-riciclaggio
sui prelievi ingiustificati, chiedeva al geometra corrotto dove depositare la
“mazzetta”. Il corruttore, sotto lo sguardo attento di Panzica, si alzava e
poneva in un armadietto dell’ufficio di Contino, in una busta di carta bianca,
10.000 euro in contanti. Qualche minuto dopo, rimasti da soli, Panzica e Contino,
chiusa la porta a chiave, in maniera disinvolta, procedevano al conteggio
dell’illecito profitto e, stabilita la ripartizione del bottino in tre
parti,
inserivano in una cartellina la quota spettante all’ing. Romano. Quest’ultimo,
poco dopo, entrato nell’ufficio di Contino, intascava le sue “spettanze”
corruttive, inserendo la cartellina “incriminata” nella sua valigetta e
velocemente lasciava la sede dell’A.N.A.S. All’atto dell’immediato intervento
delle Fiamme Gialle etnee, veniva rinvenuto il denaro contante oggetto del
patto corruttivo: 3.300 euro nell’ufficio di Contino e 3.700 euro nell’ufficio
di Panzica. L’ing. Romano, nel frattempo allontanatosi dalla sede dell’A.N.A.S.,
saputo dell’intervento in corso, prima di rientrare nel suo ufficio, come da suo
racconto, dalla macchina in movimento, in via Nuovalucello (Catania), lanciava
dal finestrino il denaro contante (3.000 euro) appena consegnatogli da Contino.
Nell’abitazione dell’ing. Romano, inoltre, venivano rinvenuti 18.200 euro in
contanti relativi a ulteriori tangenti intascate dal sodalizio criminale con il
collaudato sistema appena descritto.