Agrigento

Scommesse on line all’ombra della mafia, chiusa inchiesta su 51 indagati, 4 sono agrigentini

La Dda di Reggio Calabria ha notificato l’avviso di chiusura delle indagin a 51 indagati nell’inchiesta “Galassia”. Tra gli  i coinvolti anche  Davide Schembri, 44 anni, di Agrigento, ex responsabile dell’agenzia Goldbet, (attualmente sotto processo per analoghi fatti) figura di rilievo nella maxi inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ipotizza un giro […]

Pubblicato 6 anni fa

La Dda di Reggio Calabria ha notificato l’avviso di chiusura delle indagin a 51 indagati nell’inchiesta “Galassia”.

Tra gli  i coinvolti anche  Davide Schembri, 44 anni, di Agrigento, ex responsabile dell’agenzia Goldbet, (attualmente sotto processo per analoghi fatti) figura di rilievo nella maxi inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ipotizza un giro di scommesse on line clandestine in tutta Italia, che venivano alimentate attraverso piattaforme virtuali con sede all’estero, con la regia della ‘Ndrangheta.

 In particolare, i pubblici ministeri reggini contestano a Schembri i rapporti con Danilo Iannì, 26 anni, ritenuto socio in affari col pentito siracusano Fabio Lanzafame, altra figura chiave dell’inchiesta.

Schembri, è ritenuto uno dei capi dell’associazione a delinquere (ma il Gip non ha convalidato tale assunto) secondo solo ad un paio di figure della ndrangheta e a strettissimo contatto oltre che con Iannì anche con Lanzafame che pentendosi ha svelato il meccanismo criminale ruotante attorno alle scommesse illegali.

Lanzafame, per capirne la figura, è stato il master per la Sicilia di “Planetwin365”, sito di scommesse e main sponsor nelle passate stagioni del Siracusa calcio. Le sue dichiarazioni, raccolte dalle procure di Catania e Reggio Calabria, hanno consentito agli inquirenti di scoprire gli investimenti della criminalità organizzata nel settore delle scommesse on line e dei rapporti tra i Santapaola e il gruppo che fa capo al superlatitante Matteo Messina Denaro.

Gli altri agrigentini finiti nell’inchiesta sono Pietro Salvaggio, 56 anni, di Sciacca; Giuseppe Stalteri, 62 anni, di Ribera e Gino Vincenzo D’Anna, 52 anni, anche lui originario di Ribera.

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