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Sagra della pecora bollita a Burgio, Lav Sciacca: “Evento deve essere cancellato definitivamente”

L’associazione animalista chiede di cancellare definitivamente un evento “che celebra la sofferenza animale nel nome di una tradizione ormai anacronistica”

Pubblicato 1 ora fa

La notizia del rinvio della prima edizione della Sagra della Pecora Bollita a Burgio, inizialmente prevista per il 22 agosto, offre un’opportunità che non può essere sprecata: quella di cancellare definitivamente un evento che celebra la sofferenza animale nel nome di una tradizione ormai anacronistica.

L’Amministrazione comunale ha deciso di sospendere la sagra in seguito all’appello di Papa Leone XIV per una giornata di digiuno e preghiera per la pace. LAV accoglie con favore questa decisione, ma invita il Comune ad andare oltre il semplice rinvio: la vera pace passa anche dal rispetto per tutti gli esseri viventi, non solo quelli umani.

Dietro ogni piatto “tipico” a base di carne si cela un atto di violenza normalizzata nei confronti di animali senzienti, capaci di provare emozioni, dolore, paura. Una pecora non è un ingrediente: è una vita.

In un’epoca in cui milioni di persone scelgono un’alimentazione vegetale per ragioni etiche, ambientali e sanitarie, e in cui la scienza riconosce pienamente la sensibilità degli animali, è inaccettabile che un’amministrazione pubblica promuova ancora eventi fondati sullo sfruttamento e sull’uccisione di esseri viventi.

LAV Sciacca chiede ufficialmente al Comune di Burgio di ritirare il patrocinio all’iniziativa e di ripensare il format dell’evento, trasformandolo in una vera festa della tradizione e della cucina locale, ma senza violenza: con piatti vegetali, etici e sostenibili, capaci di valorizzare il territorio senza sacrificare nessuno.

Le tradizioni possono evolvere. La cultura cambia. E una comunità si misura anche dalla sua capacità di scegliere il rispetto al posto della crudeltà. Come ricordava Mahatma Gandhi: “La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali.”

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