Il giorno del Giudice Saetta, il figlio Roberto: “la mafia esiste ma ha cambiato volto”
Il giudice Saetta insieme al figlio Stefano venivano uccisi 35 anni fa lungo il tracciato della Ss640 da Cosa Nostra
Sono passati trentacinque anni da quel 25 settembre 1988 quando Cosa Nostra ammazzava il primo magistrato giudicante Antonino Saetta in un brutale agguato lungo la statale 640 Agrigento-Caltanissetta, mentre da Canicattì stava tornando di sera a Palermo, con il figlio Stefano. Dopo la santa messa che si è celebrata a Canicattì, il figlio Roberto Saetta insieme alle istituzioni si è recato al cimitero per rendere memoria alla figura di suo padre e suo fratello Stefano, oggi più che mai, nel giorno in cui viene annunciata la morte del boss mafioso Matteo Messina Denaro.
“La morte di Messina Denaro non penso che possa cambiare le cose, certo avrebbe potuto dare un contributo e dire tante cose che avrebbero fatto luce su episodi che sono rimasti in sospeso. Speriamo che si proceda sempre nella lotta alla mafia”, dichiara Roberto Saetta. “Il nemico oggi esiste anche se ha cambiato volto, è diversa la mafia di quando è stato ammazzato papà o altri magistrati. Oggi la mentalità è cresciuta, c’è una mentalità più vicina alla legalità, anche grazie a queste tante uccisioni”.
Il giudice Saetta aveva condannato in appello i capimafia Michele e Salvatore Greco per l’attentato al giudice Rocco Chinnici ed i killer del capitano Emanuele Basile, scandalosamente assolti in primo grado (ma il processo era stato annullato dalla cassazione), si apprestava a presiedere l’appello del maxi processo.Il giudice, sentendosi in pericolo, aveva chiesto di essere trasferito ad altra Corte d’Appello ma la sua richiesta non venne accettata per la necessità della sua presidenza proprio in quel luogo e in quel processo, per il suo equilibrio e il suo amore per la giustizia.
“Papà non aveva voglia di protagonismo, aveva un ruolo importante era un magistrato giudicante, aveva seguito processi importanti. Cercava di condurre i processi in modo fermo cercando di prevenire ed evitare possibili condizionamenti ed è proprio per questo che è stato visto come un soggetto da eliminare”, conclude il figlio di Saetta a margine della cerimonia religiosa.