“Patti singer”: musiche d’antan (e non solo) al Posta vecchia di Agrigento

E chi glielo dice adesso al sindaco Firetto che il “Patti singer” è un ottimo ingrediente per la sua cultura amministrativa  del musicarello.

E che anche per questo la candidatura  di Agrigento a “città della cultura” potrebbe passare per la  splendida e affettuosa “sfumatura musicale” che il noto avvocato Alessandro Patti ha rassemblato con un quartetto di vocalist di cui non si sospettava l’esistenza.

Ci era sfuggita l’esibizione del “Patti Singer” questa estate al Parco archeologico, abbiamo rimediato e con noi ha rimediato il folto pubblico che ha decretato il tutto esaurito al Posta vecchia. In realtà il quartetto è un quintetto  composto da Lilia Cavaleri, Giovanna Cavaleri, Claudia Marcantonio, Roberta Marcantonio e “il solista” Alessandro Patti (che le accompagna al piano ed al quale si debbono anche le armonizzazioni corali), con Mimmo Pontillo al contrabbasso ed Emanuele Lo Vullo alla batteria.

Alessandro Patti
I Patti Singer
Le vocalist
Mimmo Pontillo al contrabbasso
Patti Singer
Patti Singer
Saluto al pubblico

Le “sfumature musicali” del Patti singer surclassano le famose  “cinquanta sfumature di grigio” se non altro perché  il repertorio delle canzoni  riportate alla ribalta è vastissimo e Alessandro Patti lo rimarca nelle sue note di spettacolo”fatto di canzoni, narrazioni ed immagini – è un viaggio ideale tra le più belle pagine della musica italiana, a partire dagli anni Trenta sino ad oggi, non disdegnando però qualche incursione nella musica internazionale. La storia del nostro Paese, dai tempi del ventennio fascista sino ad oggi, narrata e rievocata attraverso la contemporanea evoluzione della nostra musica, con un occhio di riguardo alle influenze provenienti dagli Stati Uniti nonché dal Sud America. La sempre attuale bellezza dei brani scelti viene esaltata dalla capacità espressiva delle cantanti e dall’elaborazione armonica. Le voci si intrecciano, creando trame di linee armoniche dalle quali scaturisce una sonorità avvolgente, caratterizzata dall’alternanza tra momenti melodici e ritmici”.

Superfluo far notare che dopo l’autentico “coupe de theatre” realizzato da circa 4 anni dal farmacista e scrittore Alfonso Gueli che si alleva la sua compagine teatrale, i vocalist dell’avvocato e cantante Alessandro Patti sono molto di più della punta di un iceberg  per  una città che vuole “vivere”  anche (e forse ad onta) di amministrazioni comunali e regionali “divisive e classiste”  che ignorano (?) la mappa culturale agrigentina e non riescono nemmeno a tutelare l’annuale convegno pirandelliano.

Agrigento “città della cultura”?

Fate voi.