Cultura

“Coppia aperta, quasi spalancata” al Posta Vecchia di Agrigento

Testo e foto di Diego Romeo

Pubblicato 1 anno fa

Non è un pesce d’aprile, ritorna addirittura il 68 con le sue folli aspirazioni, le denunce e gli slanci generosi e utopici. E ritorna nell’Agrigento eletta da poche ore  città della cultura con un testo famosissimo “Coppia aperta quasi spalancata” di Dario Fo e Franca Rame. Molto più di Franca Rame ex senatrice della repubblica italiana per due anni cui seguirono le dimissioni dichiarando che le “istituzioni mi sono sembrate impermeabili e refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato”. Il testo fu scritto nel 1982, in un periodo in cui l’Italia, grazie ai movimenti di contestazione e soprattutto al contributo di quello femminista, cominciava a svincolarsi dai vecchi gioghi, come aveva dimostrato l’approvazione delle leggi sul divorzio, l’aborto e l’annullamento del delitto d’onore. Il 9 marzo 1973 Franca Rame fu costretta a salire su un furgoncino da cinque uomini appartenenti all’area dell’estrema destra, dai quali fu poi violentata a turno e torturata.

La vicenda fu ricordata a distanza di tempo nell’opera Lo stupro. E francamente in una Agrigento storicamente di destra fin dal referendum monarchia-repubblica (Agrigento votò monarchia) sembra lecito nutrire qualche apprensione per questa ardita pièce anche se la risposta del pubblico, alla prima di sabato, è stata molto  fiduciosa affollando il Teatro della Posta Vecchia in ogni ordine di posti. Curiosità chic o la società agrigentina è più avanti e più comprensiva delle trasformazioni sociali nel frattempo intervenute? Di certo si sa che la tradizione teatrale del Posta Vecchia è stata sempre un work in progress e che il terzetto formato dal regista Mascolino e dagli attori Ilenia Bordenca e Paolo Di Noto non fanno parte della banda musicale di passaggio per via Rasella e siamo sicuri che non temono rappresaglie.  Mascolino recentemente si è fatto apprezzare per avere inscenato le grecità grassocce e allusive del Soldato sbruffone mentre Ilaria Bordenca qui appare tout court strepitosa nel ruolo che fu di Franca Rame, scatenando urletti da stadio e applausi nel “coreografare” con le movenze del suo corpo una languida canzoncina mentre Paolo Di Noto fa valere la sua esperienza di attore, maturata (e poi accantonata come tanti altri) nelle messinscena della gloriosa Settimana Pirandelliana. Spettacolo tutto al femminile con un pover’uomo che fa “una figura di merda” (dixit Franca Rame) e una super donna paziente e devota che non abdica ad un principio superiore e con dialettica stringente mette con le spalle al muro il fedifrago esageratamente aperto al machismo.  Prossimo appuntamento al Posta Vecchia  il 29 aprile con “Io siciliano sono. Anzi di Naro” di e con Salvatore Nocera Bracco.

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