Porto Empedocle, folto pubblico per assistere a “Naufraghi, Elì Elì Lemà Sabactanì”
Ad andare in scena la compagnia “72 gradi est”, guidata da Giovanni Volpe
“Una esperienza straordinaria, toccante, dalla quale trarre parecchi spunti di riflessione”. Questo il filo rosso che ha legato ieri sera i commenti del folto pubblico accorso in piazza Kennedy, per assistere a “Naufraghi, Elì Elì Lemà Sabactanì”. Settima serata della rassegna teatrale Premio Vigata Andrea Camilleri, giunto alla sesta edizione con il patrocinio del Comune di Porto Empedocle, della Regione Sicilia e di Enel.
Ad andare in scena ieri sera è stato il maturo e gustoso frutto del laboratorio concepito e forgiato dalla neonata compagnia “72 gradi est”, guidata da Giovanni Volpe, che ha impegnato i partecipanti da ottobre 2023 ad oggi. Un laboratorio svoltosi alla Torre Carlo V, con circa trenta partecipanti che per dare continuità all’attività si è anche costituito in Aps dal significativo nome di “72 gradi Est”, ovvero l’esatta posizione che indica la bussola quando dalla Torre di Porto Empedocle si punta il Caos e la casa di Pirandello. Come dire la direzione da cui si proviene alla quale si guarda da quella che è la “casa” di Camilleri. In scena 20 attori/mimi e uno schieramento di luci e audio da concerto rock. Gli attori e chi ha lavorato dietro le quinte hanno saputo fare immergere il pubblico nelle atmosfere spesso drammatiche degli sbarchi dei migranti, con annesse tragedie. Le scene infatti si sono sviluppate non sul palco, ma quasi a contatto con il pubblico.
In una notte, su una non meglio precisata battigia di una costa del Mediterraneo, sfiniti, si accasciano una serie di naufraghi stremati da un viaggio a dir poco pauroso. Tutti,all’apparenza “normalissimi” naufraghi, ma presto si scoprirà che in realtà sono Gesù Cristo, i suoi apostoli e seguaci, Maria sua madre e persino i profeti Isaia ed Elia, nonché un clochard, una donna “testimone dello scandalo” e una sorta di “erede di Pietro” che farà da Caronte e tramite tra il racconto in scena e il pubblico. Gli episodi evangelici dalla nascita alla resurrezione di Cristo, sebbene per squarci e in sintesi, sono stati l’occasione per leggere questi tempi che hanno reso il mediterraneo un cimitero di disperati e lo spettro della guerra una reale paura di ritorno. Lo spettacolo è stato scritto da Giovanni Volpe che ha attinto non solo ai Vangeli ma ha anche riletto e adattato scritti di teologi, scrittori, giornalisti e sociologi contemporanei quali Vito Mancuso, Don Tonino Bello, Pier Paolo Pasolini, Marguerite Yourcenar, Gilbert Cesbron, Monsignor Ancel, Pier Francesco Diliberto, Umberto Galimberti. Atmosfera di straordinario impatto, che ha tenuto incollati alle sedie gli spettatori, pronti ad applaudire gli attori durante le loro intense interpretazioni. La rassegna proseguirà ai primi di settembre.