Emergenza Covid-19

Covid, i psicologici scrivono a Razza: “vogliamo essere inseriti nelle liste del piano vaccinale”

Sono tanti gli psicologi impegnati ogni giorno in attività di tutela e cura della salute mentale dei cittadini, anche al di fuori delle strutture sociosanitarie pubbliche e private sparse per la Sicilia. Nonostante l’emergenza Covid spesso si trovano a dover lavorare in circostanze o contesti che potrebbero potenzialmente esporre i professionisti al contagio: comunità per […]

Pubblicato 3 anni fa

Sono tanti gli psicologi impegnati ogni giorno in attività di tutela e cura della salute mentale dei cittadini, anche al di fuori delle strutture sociosanitarie pubbliche e private sparse per la Sicilia. Nonostante l’emergenza Covid spesso si trovano a dover lavorare in circostanze o contesti che potrebbero potenzialmente esporre i professionisti al contagio: comunità per minori, bambini che soffrono di un disturbo del neurosviluppo, soggetti con altre disabilità che consentono di non indossare la mascherina chirurgica e tanto altro ancora.
Per questa ragione l’Ordine degli psicologi della Regione Siciliana ha invitato l’assessorato regionale alla Salute guidato da Ruggero Razza a considerare l’opportunità – come già fatto in Piemonte e Friuli Venezia Giulia – di inserire gli iscritti all’albo degli psicologi nella prima fase del piano vaccinale dopo i soggetti che rientrano nelle fasce a rischio e il personale medico, infermieristico e sanitario in generale. Ad oggi risulta che nell’Isola siano state vaccinate 69.448 persone, pari all’55,3% delle 125.485 dosi complessivamente consegnate (dati del ministero della Salute aggiornati alle ore 23 del 12/01/2021).
“Sappiamo che ci sono delle priorità ma, considerando il tipo di attività sanitaria svolta dagli psicologici, riteniamo che – afferma Gaetana D’Agostino, presidente dell’ordine regionale – l’assessorato debba considerare la possibilità di inserire i nostri professionisti in questa fase precoce del Piano così da garantire adeguata protezione sia a loro sia ai numerosi, e spesso fragili, pazienti”.

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