Agrigento, “Giufà, una vita da fiaba” al Teatro Posta Vecchia per il Mandorlo in Fiore

Nella narrativa popolare siciliana esiste un filone di storie tragicomiche che hanno come personaggio il patetico e improbabile Giufà.


Ancora oggi in Sicilia questo appellativo viene comunemente indirizzato a persona che commetta insensate malefatte o, per stoltezza, si cacci nei guai. Dalle nostre parti, in Sicilia appunto, lo sciocco lo si chiama Babbu, Alloccu, Babbasunazzu, Scimunitu, Babbilova. Infatti Giufà è un tipo di stolto, talvolta imprudente e briccone, caratterizzato dal gusto del paradosso e dotato di una sorta di talento in negativo che lo spinge a cacciarsi nelle situazioni più infelici, da cui non sempre riesce a uscire con l’astuzia.

La prima testimonianza scritta su Giufà è di fonte araba. Le storie che lo riguardano attraversano un’area geografica estesa dall’India ai paesi del Mediterraneo. Gli scrittori arabi che ci hanno tramandato notizie e aneddoti su questo personaggio hanno tentato di dimostrare la sua esistenza, ma alcuni studiosi, sia occidentali che orientali, affermano che nel XIII secolo Giufà e le sue vicende facevano già parte della leggenda. A questo punto ci chiediamo: qual’è la provenienza del Giufà siciliano? Gli esperti suppongono che la trasmissione  dei testi sia stata garantita dalla tradizione orale ispirandosi ai racconti delle nonne.

Il Teatro della Posta Vecchia di Agrigento, diretto da Giovanni Moscato, realizzerà uno spettacolo dove verranno raccontate alcune delle storie di questo personaggio, Giufà appunto.

Il progetto prevede la partecipazione delle scuole della provincia di Agrigento, alle quali verranno assegnate le lettura di alcuni racconti che verranno drammatizzate dagli studenti e poi brevemente rappresentate in occasione dello spettacolo che verrà proposto all’interno della settimana del Mandorlo in Fiore in programma nel mese di marzo organizzata dal Parco Archeologico Valle dei Templi.