Giudiziaria

Agrigento, crollo del palazzo Crea: concluso esame dell’ingegnere Costa 

Al centro del processo il crollo del costone e lo sgombero di una settantina di famiglie residenti nel palazzo Crea

Pubblicato 3 anni fa

È ripreso questa mattina il processo scaturito dall’inchiesta sul crollo del costone di palazzo Crea, nel cuore di Agrigento. Lo smottamento del terreno, franato sull’edificio al Viale della Vittoria, risale al 5 marzo 2014. Sul banco degli imputati siedono l’ex sindaco Marco Zambuto, il dirigente dell’ufficio tecnico comunale Giuseppe Principato e i tre proprietari dei terreni adiacenti al palazzo: Maria Isabella Sollano, 80 anni, e i figli Valentina e Oreste Carmina, 54 e 50 anni. L’accusa è disastro colposo.

In aula, davanti il giudice Manfredi Coffari, è comparso l’ingegnere Costa che ha terminato la sua testimonianza già cominciata nelle scorse udienze. Sul punto la difesa di Zambuto, rappresentata dagli avvocati Antonino Gaziano e Silvio Miceli, ha contestato la mancanza nel fascicolo del pubblico ministero di una relazione del consulente al momento dell’avviso di conclusione indagine.

Al centro del processo il crollo del costone e lo sgombero di una settantina di famiglie residenti nel palazzo Crea. All’ex sindaco e al dirigente del comune, quest’ultimo difeso dall’avvocato Antonino Manto, viene contestato di essere stati a conoscenza già due anni prima del crollo della grave situazione di pericolo. Per i proprietari dei terreni, difesi dall’avvocato Rosa Salvago, l’accusa è quella di non aver ottemperato ad un’ordinanza che imponeva loro la manutenzione del terreno. Si torna in aula il 23 gennaio. 

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